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Migranti, il Papa all’Europa: “Serve collaborazione tra tutti gli Stati”

Durante l’Angelus domenicale, Bergoglio ha chiesto una “risposta corale” all’emergenza, che potrà essere efficace “solo se si distribuiscono equamente i pesi”. Per questo motivo, ha sottolineato il pontefice, “occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati”.
A cura di Claudia Torrisi
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Papa Francesco celebra il tradizionale Angelus Domenicale

Durante l'Angelus di questa mattina Papa Francesco ha ricordato "il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea e stanno prestando a essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni". Per far fronte a questa tragedia umanitaria, secondo Bergoglio, la strada da seguire è quella di una "risposta corale" da parte degli stati, che potrà essere efficace "solo se si distribuiscono equamente i pesi". Per questo motivo, ha sottolineato il pontefice, "occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati".

Un passo in particolare del discorso di oggi di Papa Francesco è stato dedicato alla guerra in Siria. Bergoglio ha detto ai fedeli riuniti in piazza San Pietro di aver "accolto con speranza" la notizia circa la cessazione delle ostilità in Siria e ha invitato tutti "a pregare affinché questo spiraglio possa dare sollievo alla popolazione sofferente, favorendo i necessari aiuti umanitari, e apra la strada al dialogo e alla pace tanto desiderata". Il pontefice ha anche espresso vicinanza "al popolo delle isole Figi, duramente colpito da un devastante ciclone", impegnandosi a pregare per le vittime e "per quanti sono impegnati nel prestare loro il soccorso". In conclusione, Bergoglio si è rivolto ai presenti, sollecitandoli. "Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di scaricare la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso – ha detto il Papa – Ma il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Siamo proprio convinti che Dio sia così, o si tratta di un Dio fatto a nostra immagine e somiglianza? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male". Ma, ha concluso "ecco di nuovo la tentazione di giustificarci: ‘Da che cosa dovremmo convertirci? Non siamo tutto sommato brava gente?'. Quante volte abbiamo pensato questo ‘io sono un bravo, sono una brava', ma non è così. Non siamo dei credenti, anche abbastanza praticanti? E noi crediamo che così siamo giustificati".

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