Gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno fatto segnare una contrazione dell'80% nel 2018. Il calo – secondo l’analisi dell'intelligence sui flussi migratori presenta al Parlamento – è dovuto alla “rafforzata capacità della Guardia Costiera libica” e alla "drastica riduzione delle navi delle Ong" davanti alle coste nordafricane, che “ha privato i trafficanti della possibilità di sfruttare le attività umanitarie” ricorrendo a barconi e gommoni fatiscenti e a basso costo.
Secondo i dati diffusi dal ministero dell’interno, sono 262 i migranti sbarcati sulle nostre coste dall'inizio dell’anno. I servizi segreti sottolineano che sul calo ha inciso anche “il potenziamento dei controlli a sud della Libia, specie in Niger”. Se le partenze dalle coste libiche sono diminuite, sono aumentate quelle dalla Tunisia e dal Marocco, lungo la rotta del Mediterraneo occidentale, e da Grecia e Turchia, a est. Anzi, dicono i servizi, per la prima volta gli arrivi da queste due rotte hanno superato quelli dal Mediterraneo centrale (57mila arrivi da ovest, 56mila da est e 23mila circa dalla Libia).
I flussi, quindi, sono cambiati. Persistono invece gli “aspetti strutturali”, che potrebbero innescare “nuove ondate migratorie”. L'intelligence individua tra le cause: la precarietà della situazione libica, criticità economico-sociali in altri Paesi nord africani "che potrebbero riflettersi sulle capacità di contenimento della spinta migratoria", l'evoluzione della crisi siriana e in particolare della ‘tenuta' di Idlib, la provincia nord-occidentale teatro in questi giorni dell’aumento della violenza.
Quanto alle organizzazioni criminali che gestiscono i traffici, i servizi segreti parlano di "potenti gruppi criminali" operativi sia sulla costa che nella fascia sub-sahariana, al confine tra Ciad e Sudan. Ed evidenziano un attivismo che "interessa tutte le fasi del business": dalla pubblicazione sui social dei servizi offerti – con tratte, vettori tariffe e modalità di pagamento – fino all'assistenza logistica nei paesi di destinazione. In una recente inchiesta della rivista Time era emerso, infatti, come i trafficanti libici stessero promuovendo le rotte verso l’Italia su Facebook, dove vengono pubblicate foto di barche, giacche salvagente e persino il prezzo del viaggio fino in Italia: 3.500 dinari libici (poco più di 2.200 euro). Ma non solo, i gruppi di trafficanti di esseri umani – avvertono gli 007 – sono stati in grado di "adattarsi agli sviluppi sul terreno, rimodulando basi di partenza e itinerari secondo logiche di mutuo sostegno e convenienza ma anche di accesa competizione".
Massima attenzione – prosegue l’analisi – va data al fenomeno degli ‘sbarchi occulti', vale a dire le traversate effettuate con mezzi veloci per evitare di essere intercettati in mare e i controlli al momento dello sbarco. Un fenomeno in aumento a cui va data la massima considerazione – è l’allarme lanciato dai servizi – per evitare l'arrivo in Italia di individui che potrebbero avere collegamenti con il terrorismo. Sotto osservazione in primo luogo la Tunisia, ma è anche la rotta che dall'Algeria porta alla Sardegna, la stessa Libia e le traversate in Adriatico. In Tunisia – affermano i servizi – è operativa "una ramificata rete criminale con basi e referenti in territorio nazionale", mentre per quanto riguarda la Libia le attività d'intelligence hanno permesso di accertare che, per aggirare i controlli, le partenze vengono effettuate anche ricorrendo a ‘navi madre'. Ma gli sbarchi occulti – spiegano ancora gli 007 – si sono registrati anche per quanto riguarda gli "attraversamenti dell'Adriatico e lungo la rotta balcanica terrestre", dove sono presenti "snodi logistici" utilizzati anche dalle reti di supporto ai militanti jihadisti.