video suggerito
video suggerito

Micaela si batteva contro la violenza sulle donne, uccisa a 21 anni da stupratore scarcerato

La vita della giovane argentina Micaela García spezzata a 21 anni da un uomo già condannato per stupro e rimesso in libertà vigilata dopo aver scontato due terzi di pena.
A cura di Antonio Palma
61 CONDIVISIONI
Immagine

Sognava di costruire un mondo migliore e per questo ogni giorno si impegnava per i diseredati e si batteva contro ogni forma di violenza, soprattutto quella sulle donne, ma la sua vita è stata spezzata per sempre a soli 21 anni in maniera brutale e spietata da un uomo appena scarcerato dopo una condanna per violenza sessuale. È la terribile storia della giovane argentina Micaela García la cui morte ha sconvolto il Paese sudamericano innescando un acceso dibattito sulle pene e sul sistema giudiziario locale.

L'attivista contro la violenza sulle donne che amava indossare con orgoglio la t-shirt con la scritta "Non una di meno", la campagna argentina contro il femminicidio, è stata trovata cadavere sabato scorso in una zona boschiva nella città di Gualeguay, 230 chilometri a nord di Buenos Aires. Il suo corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione era nudo e con evidenti segni di violenza. Micaela infatti era scomparsa pochi giorni prima, il 2 aprile, dopo una notte passata in discoteca con gli amici.

Principale sospettato è Sebastián José Luis Wagner immortalato dalle telecamere di sorveglianza proprio nella zona dove la ragazza è scomparsa. Si tratta di infatti di un uomo che era in libertà condizionata da pochi mesi dopo essere stato condannato a nove anni di carcere per lo stupro di due donne avvenuto nel 2012. Dopo due terzi della pena, infatti, un giudice aveva deciso la sua scarcerazione nonostante il parere contrario di magistrati e penitenziario. Una decisione che ha sollevato l’indignazione pubblica tanto da far intervenire anche il Presidente argentino Maurizio Macri che ha commentato: "Perché la società funzioni tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Anche questo giudice dovrà farlo perché o il sistema è sbagliato o questo giudice ha sottovalutato la situazione".

"Continueremo a vivere e agire per aspirare a una società più giusta, come avrebbe voluto Micaela. Il dolore ci aiuti in questa battaglia" ha detto tra le lacrime il papà della ragazza Néstor García, annunciando di aver ricevuto anche una telefonata di Papa Francesco. "In mezzo a tanto dolore una immensa allegria. Mi ha chiamato Papa Francesco e abbiamo conversato per 5 minuti, ha parlato anche con mia moglie. Grazie Santo Padre per la sua umiltà e il suo rispetto" ha scritto l'uomo sulla sua bacheca di Facebook, e poi rivolto alla figlia: "Per noi sei molto di più di una vittima di un crimine aberrante, del calvario che hai subito a causa di una società malata e sessista, del sistema immorale e corrotto dalla testa ai piedi. Ti vogliamo ricordare soprattutto per la tua vita eroica spesa a favore degli ultimi, dei poveri, della giustizia sociale".

61 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views