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Metà del Pakistan è sott’acqua, gli sfollati vivono su strade sterrate: “Non abbiamo più nulla”

Il Pakistan è stato investito dall’emergenza sfollati dopo le piogge torrenziali che hanno messo in ginocchio il Paese.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Le piogge torrenziali degli ultimi giorni hanno messo in ginocchio il Pakistan, distruggendo case e beni di milioni di persone e provocando almeno 1.000 decessi. I cittadini cercano di tornare nelle loro abitazioni per salvare i pochi averi sopravvissuti al disastro. Nella periferia settentrionale di Nowshera i residenti attraversano le strade avvalendosi di tubi di gomma per non affogare.

Sono tantissimi i genitori che attraversano i fiumi di fango con i figli piccoli sulle spalle. "Abbiamo cercato di tornare a casa, ma non abbiamo più nulla" ha spiegato alla BBC Imadullah, uno chef della periferia.

"Non abbiamo potuto salvare niente se non i nostri figli. La nostra abitazione è ancora in piedi, ma molte altre sono crollate. Gli sfollati non sanno neppure dove passare la notte".

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Nella sola Nowshera sono centinaia le case che sono state spazzate via dalle piogge torrenziali. I funzionari pakistani sostengono che siano stati arrecati danni per circa 10 miliardi di dollari.

I raccolti di un'intera estate sono stati spazzati via, riducendo alla fame metà della popolazione. "Questa situazione è così dolorosa che non ci sono parole per descriverla " ha raccontato una giovane mamma alla stampa internazionale. Nel campo profughi improvvisato sul ciglio della strada dormono anche i suoi sette figli.

Il primo ministro Shebaz Sharif sostiene che gli apparati dello Stato siano intervenuti velocemente, ma che i danni dovuti al cambiamento climatico erano "inevitabili".

"I nostri funzionari hanno risposto subito agli allarmi quando sono iniziate le piogge torrenziali – ha affermato – ma il disastro era inevitabile. Impareremo da quest'esperienza, ma adesso abbiamo bisogno del sostegno del resto del mondo".

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Le inondazioni hanno raggiunto anche le zone meridionali del Paese, lì dove vaste aree sono già inabitabili. Le poche case presenti sono state distrutte dall'acquazzone, lasciando senza un tetto sopra la testa milioni di indigenti. Centinaia di persone stanno vivendo sul ciglio di una strada di Saeedabad. Chi è riuscito a piantare una tenda la divide con almeno altre 20 persone.

"Viviamo qui da settimane – ha spiegato Banul alla BBC -. Io divido il mio letto con i miei figli e i miei nipoti. Sono 15 bambini in tutto. Sono felice che siano vivi, ma non so come sfamarli".

"A casa – ha raccontato ancora la donna – avevamo cotone e mais da mangiare. Le nostre coltivazioni ci permettevano di sopravvivere, ora è tutto distrutto".

Gli aiuti umanitari non bastano per tutti e spesso più della metà degli sfollati nei piccoli centri del Pakistan resta senza cibo. Il governo sta cercando di ottenere aiuti internazionali che però dovrebbero essere distribuiti con i furgoni nelle diverse città. La sfida principale resta quella di raggiungere tutte le persone in difficoltà nonostante la devastazione delle reti stradali del Paese.

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