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Messico, violenta la figliastra adolescente e la tiene in schiavitù per 19 anni: arrestato

La complicata vicenda di Henri Michele Piette, 62 anni, e della sua figliastra, Rosalynn McGinnis, oggi 33 anni, che dall’età di 12 è stata abusata e schiavizzata dall’uomo, che l’ha anche sposata e resa madre.
A cura di I. A.
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Henri Michele Piette, 62 anni.
Henri Michele Piette, 62 anni.

Ha violentato la sua figliastra, all'epoca poco più che 11enne, l'ha sposata e l'ha tenuta segregata per più di 19 anni. È stato arrestato lo scorso giovedì 5 ottobre in Messico dalle autorità locali Henri Michele Piette, 62 anni, dichiarato colpevole in primo grado per aver ridotto in schiavitù Rosalynn McGinnis, figlia della sua ex compagna, ed averne ripetutamente abusato sessualmente, come riporta la stampa internazionale. La vittima, oggi 33enne, è tornata in libertà insieme ai suoi bambini, dei quali non si sa se sia la madre naturale, nel 2016, ma soltanto nei giorni scorsi il suo incubo si è definitivamente concluso, con la sentenza che ha costretto il suo aguzzino dietro le sbarre.

I fatti si sono svolti nella residenza dell'uomo a Wagoner, Oklahoma, Stati Uniti, dove viveva insieme alla vittima e a sua madre. Come ha ricordato Rosalynn in una lunga intervista alla rivista a stelle e strisce "People" all'inizio dello scorso mese di ottobre, la donna aveva lasciato Piette dopo essere venuta a conoscenza degli abusi perpetrati ai danni della figlia. Per tutta risposta, lui l'ha rapita mentre tornava da scuola. All'epoca aveva solo 11 anni. Insieme si sarebbero trasferiti in un remoto villaggio del Messico, ma durante il viaggio si sarebbero sposati con tanto di anello all'interno di un furgone. In Sud America ha inizio la schiavitù della ragazza, che durerà per i successivi 19 anni, dove sarebbe stata ripetutamente violentata, picchiata con mazze da baseball e torturata quasi tutti i giorni. Ai suoi figli avrebbe detto che quella era la loro nuova mamma.

Fino a che lo scorso anno, la donna non ha avuto dei problemi alla cistifellea, che l'hanno costretta a un ricovero in ospedale. È stato allora che ha deciso che doveva dare una svolta alla sua vita e che non poteva più rimanere reclusa e agli ordini del marito e patrigno. "Sapevo che non se non fossi andata via in quel momento sarei morta e probabilmente sarebbero morti con me anche i miei bambini", ha dichiarato la vittima. Così, ha raccolto i pochi soldi che riusciva a racimolare nella sua prigione, ha chiamato un taxi ed è giunta a Oaxaca City, Messico, dove è riuscita a mettersi in contatto con il Centro Nazionale per i Bambini Mancanti e Sfruttati, che a sua volta ha avvertito la famiglia tramite l'ambasciata degli Stati Uniti. Così Piette, che si è scoperto avere anche legami con la criminalità organizzata messicana, è stato fermato e finalmente trasferito in carcere la scorsa settimana.

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