Messico, villaggio sequestra la madre di un boss del narcotraffico per vendetta
Potrebbe essere definita una piccola rivolta quella architettata dagli abitanti di San Miguel Totolapan, in Messico, che stanchi delle violenze e delle umiliazioni subite da parte di una banda di narcotrafficanti hanno deciso di costituire un gruppo di autodifesa e sono arrivati a prendere in ostaggio la madre del boss El Tequilero e chiedere, in cambio della sua liberazione, il rilascio di un "civile" rapito. I cittadini hanno di fatto "arrestato" la mamma di Raybel Almonte, un capo clan della zona responsabile diretto di numerosi sequestri di persona: l'ultimo ha privato della della libertà Isauro Duque, ma sua moglie ha deciso di non chinare il capo e rendere pan per focaccia, prendendo di mira per vendetta la famiglia del criminale ed alcuni complici.
Raybel Almonte è un piccolo boss messicano membro del cartello della Familia: stando a quanto riferito dai media del paese l'uomo avrebbe di fatto dichiarato guerra al suo capo, Johnny Hurtado, dando di fatto inizio a una faida che interessa una vasta regione del Messico. La guerra tra bande viene finanziata imponendo il pizzo e organizzando sequestri di persona e solo di recente la polizia ha messo in campo un congruo schieramento di uomini per contrastare le azioni criminali. Secondo le autorità, infatti, la gang di El Tequilero sarebbe alleata con i Guerreros Unidos, ritenuti coinvolti nella sparizione dei 42 studenti di Iguala.
Quella dei tequileros è una delle bande cresciute all’ombra di cartelli messicani che controllano traffici illegali di ogni genere: si va dagli immigrati al petrolio, dalla droga alla prostituzione, passando anche per i farmaci contraffatti. Le gang possono contare spesso sulla protezione di esponenti politici locali, che garantiscono loro l'impunità in cambio di adeguati pacchetti di voti alle elezioni.
