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Messico, un boss del narcotraffico confessa: Sono colpevole di 1500 omicidi

Jose Antonio Acosta Hernandez, detto “El Diego”, è stato il mandante di 1500 omicidi a Juarez e dintorni. La cittadina messicana, soltanto nel 2010, è stata travagliata da 3000 omicidi: quasi la metà della popolazione!
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Hernandez 1500

Jose Antonio Acosta Hernandez, meglio conosciuto come "El Diego", è stato arrestato dalla polizia messicana. L'uomo ha confessato di aver fatto uccidere più di 1500 persone. Siamo a Juarez, città dello stato del Chiapas, in Messico. La cittadina conta poco più di 6800 abitanti e, nell'ultimo anno, si è resa protagonista di oltre 3000 omicidi, il che vuol dire, in termini di numeri, quasi la metà della popolazione. L'ultimo arresto eccellente in Messico è stato quello di un altro leader di spicco del narcotraffico, "El Brad Pit".

"El Diego" è il leader di una nota gang che lavora per il cartello principale di Juarez, la terribile "La Linea", specializzata nella gestione del narcotraffico e della "rimozione"  fisica di tutto quanto ostruisce gli affari del cartello. Il narcotrafficante è stato arrestato alle 12 italiane e, per le autorità messicane, si tratta di un duro colpo alla criminalità organizzata dell'America centrale. Lo stesso presidente messicano, Felipe Calderon, si è lasciato andare in dichiarazioni di giubilo sul suo account Twitter: "E' un grande colpo dello Stato contro il crimine organizzato di Juarez". Sulla testa di "El Diego" pendeva anche una taglia di 18 milioni di pesos messicani, circa 1,1 milioni di euro.

Juarez è stata rappresentata, sotto altri nomi e sotto altri versi, in numerosi film americani di genere da maestri del cinema, da Brian De Palma a Robert Rodriguez, fondendo musica latina e morti ammazzati. Solo che nella travagliata cittadina, bellissima a vederla in cartolina, si spara davvero e guai a chi sgarra. Jose Antonio Acosta Hernandez, tra i vari omicidi di cui è stato mandante, aveva anche ordinato l'assassinio di Lesley Enriquez, 35enne diplomatica americana, crivellata di colpi nella sua auto insieme al marito. All'epoca dei fatti, la donna aspettava un bambino da cinque mesi.

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