Messico, sindaco anti narcos uccisa poche ore dopo l’insediamento
Gisela Mota aveva trentatrè anni ed era stata eletta nel Comune di Temixco, nello stato di Morelos, 85 chilometri a sud di Città del Messico. Ieri, poche ore dopo il suo insediamento, quattro uomini armati si sono presentati nella sua abitazione e l'hanno uccisa. Gisela era membro del gruppo di sinistra del Partido della Rivoluzione democratica (PRD), poi entrata a far parte di un gruppo indipendente vicino al governatore della regione Graco Ramirez. Si batteva per combattere la criminalità organizzata e durante la campagna elettorale aveva promesso che avrebbe "ripulito la città dai narcos". La regione di Temixco, Morelos, può vantare uno degli indici di violenza più alti tra i trentadue stati messicani, con 449 omicidi nel 2015.
Secondo quanto riportato dai media locali, un commando di quattro killer ieri si sarebbe presentato a casa di Gisela Mota, uccidendola a colpi d'arma da fuoco. Successivamente ne sarebbe nata una sparatoria con la scorta del sindaco: due dei quattro assassini sono rimasti uccisi, altri due arrestati. Altre fonti, invece, riferiscono che i quattro si sarebbero scontrati accidentalmente contro la polizia durante la fuga a bordo di un furgone. Il governatore di Morelos, Ramirez, ha assicurato che non ci sarà "impunità" per questo assassinio.
In una dichiarazione pubblica, il governo locale ha condannato "l’attacco vile e traditore": Mota era "un'impiegata pubblica onesta e impegnata" e "la sua famiglia e gli amici, i cittadini di Morelos e la procura lavorano per garantire che i responsabili di questo crimine vengano assicurati alla giustizia. In questo senso, ci sono indizi molto forti che potrebbero consentire di risolvere il caso nei prossimi giorni".
Poche ore prima dell'omicidio, Gisela Mota aveva pubblicato su Facebook la foto del nipotino appena nato. "Il più bel regalo che Dio potesse fare alla nostra famiglia nell’anno nuovo", aveva scritto la neo prima cittadina.