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Messico, la candidata sindaco Alma Barragán uccisa in un agguato dei clan dopo il comizio

Alma Barragán, candidata sindaco del Movimiento Ciudadano, è stata uccisa da cinque colpi di arma da fuoco esplosi da due sicari a bordo di una moto. La donna si batteva per il contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico. Barragán è stata uccisa dopo aver partecipato a un incontro elettorale a La Manguita.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Sono qui a La Manguita. Raggiungetemi e ascoltate le mie proposte". Questo è l'ultimo messaggio scritto su Facebook da Alma Barragàn, candidata con il Movimiento Ciudadano alla presidenza del Comune di Moroleón in Messico. Una vera e propria condanna a morte firmata online, perché dopo essere salita sul palco allestito per lei nella piazza principale del paese di 50mila abitanti, aver incontrato i cittadini e aver scattato qualche foto, è stata avvicinata da una moto mentre sedeva sulla jeep amaranto che le avrebbe fatto fare il giro del quartiere. Contro di lei sono stati sparati cinque colpi. La donna è morta sul colpo, lì sul sedile posteriore della sua auto. 

Cinque colpi sparati da una moto

Alma Barragán si batteva contro corruzione e criminalità. Soprattutto voleva impedire ai narcotrafficanti di continuare la strage silenziosa che devasta il Messico da tempo. Solo nelle ultime due settimane, altri due candidati messicani sono stati colpiti dal fuoco dei clan. Il 14 maggio è toccato ad Abel Murrieta, ex procuratore e noto avvocato della famiglia LeBaròn, comunità mormona con doppia cittadinanza messicana e statunitense massacrata in un agguato nel 2019 dalla criminalità organizzata. L'avvocato era candidato alla guida del Comune di Cajeme, Stato di Sonora. Domenica scorsa è toccato invece ad Arturo Flores Bautista, candidato alla presidenza di Landa de Matamoros, ucciso sull'uscio di casa. Mentre il presidente Obrador assicura giustizia, i clan diversificano la loro attività: esportano droga negli Usa, organizzano il traffico di esseri umani, compiono estorsioni e commerciano illegalmente benzina. Soprattutto si infiltrano negli appalti e nelle commesse per le infrastrutture. Milioni di dollari che sfuggono al governo e che finanziano in un circolo vizioso le attività criminali.

Le elezioni del 6 giugno

Il Messico dovrebbe andare al voto il prossimo 6 giugno per le più grandi elezioni degli ultimi 20 anni: dovrebbero cambiare i ruoli in 15 dei 32 governatorati locali. I candidati a sindaco sono almeno 20mila. Da settembre sono stati 82 in tutto i politici uccisi in agguati dei clan. Altri 60 hanno ricevuto minacce o sono stati vittime di rapimenti lampo. Per la criminalità avere un sindaco amico vuol dire aggiungere un nuovo comune alla propria mappa per la conquista dell'intero Messico. Una battaglia che nessuno dei due sfidanti intende perdere. Al momento combattono per il potere due Cartelli: quello di Sinaloa e Jalisco Nueva Generaciòn. Chi non vuole piegarsi dovrebbe sperare nella protezione del governo. Per fare però affidamento sullo Stato, i candidati dovrebbero comunicare punto per punto i loro programmi, oltre che date e luoghi degli incontri. La maggioranza però si rifiuta, consapevole di fornire così le informazioni utili ai killer.

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