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Messico, intera famiglia di mormoni sterminata: donne e neonati bruciati vivi dai narcos, 12 morti

Carneficina in Messico: una famiglia di mormoni statunitensi è stata sterminata dai cartelli della droga. Sono almeno 12 i morti, tra cui 4 bambini e due gemelli neonati di sei mesi e le loro madri. Un gruppo armato ha teso un’imboscata sparando all’auto su cui viaggiavano i mormoni. La vettura è stata data poi alle fiamme, bruciando vivi i sopravvissuti.
A cura di Mirko Bellis
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I LeBarón, la famiglia di mormoni sterminata in Messico dai cartelli della droga
I LeBarón, la famiglia di mormoni sterminata in Messico dai cartelli della droga

Tremenda carneficina in Messico: un’intera famiglia di mormoni statunitensi è stata sterminata dai cartelli della droga. Il massacro è accaduto nella notte nel nord del Paese, vicino al confine con gli Stati Uniti. I morti fanno parte tutti della famiglia LeBarón, appartenenti alla folta comunità mormone di origine statunitense che si trova in Messico per svolgere attività missionaria per la loro chiesa. I morti sono almeno 12, tra cui 4 bambini e due gemelli neonati di sei mesi e le loro madri.

La strage è avvenuta a Rancho de la Mora, al confine tra gli Stati di Chihuahua e Sonora, in una zona dove è forte la presenza di trafficanti di droga e banditi di ogni genere. Dalle prime ricostruzioni è emerso che i membri della famiglia LeBarón, in cui c’erano almeno 14 bambini e 3 donne, erano partiti a bordo di diverse auto da Bavispe, nello Stato di Sonora, verso La Mora, una città del vicino Stato di Chihuahua, dove è presente una comunità mormone. Secondo quanto riferito dal cugino di una delle vittime, Julian LeBarón, il gruppo si stava dirigendo verso il confine americano per andare a prendere un parente all'aeroporto di Phoenix, negli Stati Uniti, quando uomini armati gli hanno teso un'imboscata.

I mormoni viaggiavano in un convoglio di vari automezzi. Dentro uno di questi sono stati trovati i corpi di una madre e dei suoi quattro figli con i corpi crivellati di proiettili. Altre due auto sono state ritrovate a una certa distanza alcune ore dopo; al loro interno i cadaveri di altre due donne e due bambini. Altri cinque o sei bambini sarebbero riusciti a fuggire e tornare a casa, ma altre persone, tra cui una ragazza fuggita nel bosco per nascondersi, sono tuttora dispersi. Secondo con i media messicani, durante il viaggio, la vettura guidata da Rhonita Miller LeBarón – accompagnata da quattro dei suoi figli: una coppia di gemelli di sei mesi e due di otto e 10 anni – ha subito un guasto. Il resto del gruppo, a bordo di un’altra auto, è andato a cercare aiuto ma, mentre stavano ritornando sul posto, hanno notato in cielo un’enorme nuvola nera. Quando sono arrivati la macabra scoperta: i corpi di Rhonita e dei suoi figli erano completamente carbonizzati, bruciati vivi dai narcos. Ad attenderli c'erano ancora i sicari che ha aperto il fuoco anche contro di loro. Nella sparatoria, due donne, Christina e Dawna, così come cinque dei loro figli, sono stati uccisi senza pietà. Il gruppo criminale autore della strage, inoltre, ha interrotto tutte le comunicazioni nella regione e ha bloccato le strade nelle vicinanze per impedire l'intervento delle forze di polizia.

Degli altri bambini sopravvissuti al massacro, invece, non si hanno ancora notizie e sono state avviate le ricerche. Secondo quanto riporta il quotidiano messicano El Universal, la famiglia LeBarón ha chiesto all'intera comunità mormone di prendere le armi per andare a cercare i cinque minori, che presumono si siano rifugiati sulle montagne.

I governi di Chihuahua e Sonora hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che è stata avviata un'indagine e che ulteriori forze di sicurezza sono state inviate nell'area. Il fratello di Julian LeBarón, Benjamin, che aveva fondato un gruppo di lotta al crimine chiamato SOS Chihuahua, era stato assassinato nel 2009.  Il fatto che le vittime siano cittadini statunitensi, inoltre, potrebbe avere delle ripercussioni anche a livello internazionale. I LeBarón hanno chiesto l'intervento dell'Fbi (Federal Bureau of Investigation) perché, come afferma polemico uno dei familiari: "Finora non abbiamo avuto alcun aiuto dalle autorità. Uno dei bambini più grandi è fuggito con quattro dei suoi fratelli e sono nascosti (…) Stiamo lottando per trovare i nostri cari, rischiando la vita, mentre il governo e l'esercito non si vedono da nessuna parte". Da parte sua, l'ambasciatore americano in Messico, Christopher Landau, si sta recando sul luogo della strage, come ha scritto sul suo profilo Twitter.

La carneficina avvenuta in Messico ha gettato nello sconforto anche la comunità dei mormoni in Italia. "Siamo molto addolorati per questa vicenda orribile, dove sono stati uccisi perfino dei bambini". E' il commento di Alessandro Dini Ciacci, rappresentante per l'Italia della Chiesa mormone di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Dini Ciacci ha anche chiarito che le vittime della strage fanno parte di una dottrina differente da quella presente nel nostro Paese. "Siamo dello stesso ceppo – ha spiegato – ma ormai da più di un secolo le nostre religioni differiscono: loro per esempio sono poligami e non riconoscono il presidente e gli ‘anziani' della nostra chiesa". La comunità religiosa in Messico, infatti, è formata da discendenti di mormoni che fuggirono dagli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo per sfuggire alla repressione della poligamia.

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