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Messico, inchiesta sconfessa il governo: i 43 studenti non furono bruciati

Un’inchiesta indipendente smentisce molte delle ricostruzioni fatte dalle autorità messicane sul caso della strage di Iguala.
A cura di Antonio Palma
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È ancora mistero in Messico sulla sorte dei 43 studenti sequestrati e scomparsi ad Iguala un anno fa e mai più ritrovati. Un'inchiesta indipendente infatti ha messo in discussione la ricostruzione ufficiale fatta dalle autorità governative messicane smentendo molte delle conclusioni a cui si era arrivati. Secondo i dati raccolti dalla commissione Inter-americana per i diritti umani, formata da esperti indipendenti spagnoli e latino americani, riportati nel rapporto di 500 pagine presentato a Città del Messico, infatti i corpi dei giovani della scuola normale di Ayotzinapa non possono essere stati bruciati in una discarica come affermato dalla procura dello Stato di Guerrero. "I campioni di vegetazione che abbiamo raccolto, le condizioni della discarica, le tracce di incendio e altri elementi indicano che le fiamme necessarie ad incenerire 43 corpi non possono essersi verificate nella discarica di Cucula, non può essere successo lì” ha sottolineato infatti uno dei membri della commissione, Carlos Martín Beristain, presentando il report.

Ufficialmente secondo la giustizia messicana gli studenti erano stati sequestrati tra il 26 e il 27 settembre dell’anno scorso da poliziotti corrotti di Iguala e consegnati ai membri del cartello della droga Guerreros Unidos. Sulla base delle dichiarazioni di un pentito del cartello, infine si era arrivati alla conclusione che i ragazzi erano stati uccidi e inceneriti in una discarica. Il governo poi aveva detto che l'agguato era stato un caso di scambio di identità. La Commissione internazionale però ha smentito la prima ricostruzione stabilendo inoltre che il dirottamento del bus che trasportava gli studenti fu una reazione violenta ad una dimostrazione di giovani che interferiva  con il passaggio di una carico di droga.

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