Messico, incendio ‘doloso’ nel centro migranti: 39 morti. “Le guardie li hanno bloccati dentro”
Almeno 39 persone sono morte in un incendio che ha colpito nella notte tra il 27 e il 28 marzo un centro per migranti nella città messicana di Ciudad Juarez, al confine con gli Stati Uniti: lo ha reso noto un comunicato dello Stato di Chihuahua, precisando che ci sono anche una quarantina di feriti, trasferiti alle unità sanitarie locali.
Stando a quanto si legge sui media locali, l'incendio sarebbe stato "appiccato intenzionalmente" dall'interno dell'edificio, dove si trovavano circa 100 migranti di diverse nazionalità, in attesa di essere trasferiti. Sul posto diverse squadre dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile di Ciudad Juárez , della Croce Rossa, del Dipartimento di Soccorso, nonché dell'Esercito Messicano e della Guardia Nazionale per domare le fiamme e soccorrere i feriti.
Alcune fonti della Protezione Civile, riprese da El Sol de Parral, hanno riferito che la maggior parte delle vittime è morta per soffocamento a causa dell‘intossicazione generata dal fumo. "Uno dei sopravvissuti ci ha detto che l'area in cui si trovavano era chiusa e che quando hanno chiesto alla guardia di aprire la porta, si sono rifiutate di farlo", avrebbe aggiunto la suddetta fonte.
L'Istituto Nazionale per le Migrazioni (INM) si trova vicino a uno dei ponti che passano sopra al fiume Rio Bravo e che collegano Ciudad Juárez alla città di El Paso, negli USA. Secondo le prime informazioni diffuse dalle autorità locali, i migranti che si trovavano nel centro provenivano in gran parte dal Venezuela ed erano diretti negli Stati Uniti. L'incendio si sarebbe sviluppato poco dopo l'arrivo di una sessantina di persone, provenienti dal centro e dal sud America, fermate dagli agenti nelle strade della città.
Secondo un recente rapporto dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), dal 2014 circa 7.661 migranti sono morti o scomparsi durante il viaggio dal Messico verso gli Stati Uniti; di questi 988 hanno perso la vita in "incidenti" o per aver viaggiato "in condizioni disumane".