Messico, arrestato “El Chapo”, il re del narcotraffico
Il Presidente messicano Enrique Pena Nieto ha annunciato con un entusiasta messaggio su twitter la cattura di Joaquín Guzman Loera, detto El Chapo, capo del cartello del narcotraffico di Sinaloa. "Missione compiuta. Lo abbiamo preso. Voglio informare i messicani che Joaquin Guzman Loera è stato arrestato", ha scritto Nieto, senza precisare le modalità dell'operazione.
El Chapo è considerato il leader dei narcos messicani, uno dei più potenti e spietati boss del mondo. Nel febbraio del 2014 era già stato arrestato e recluso in un carcere di massima sicurezza, ma il narcotrafficante era comunque riuscito ad evadere la scorsa estate, come già accadde un'altra volta in passato: già nel 2001, infatti, Joaquín Guzman Loera era riuscito a fuggire in modo rocambolesco, sfruttando le condutture del carcere e sbucando, come in un film, in un tunnel che per lui avevano scavato dei complici. Furono poi i suoi più stretti collaboratori a facilitare la sua latitanza.
Dopo le due evasioni nei confronti di El Chapo verranno molto probabilmente assunte misure di sicurezza speciali, anche per evitare che l'uomo possa gestire da dietro le sbarre i traffici di stupefacenti. L'ultima volta che era stato visto e controllato, nel luglio scorso, si trovava nei pressi dell'area docce del penitenziario, che sorge su una collina poco distante da Città del Messico. Stando a quanto reso noto dalla Commissione per la Sicurezza Nazionale, El Chapo era andato nei bagni poco prima delle 21 ma, al momento del controllo serale, non era più nella sua cella. I secondini, dopo aver esaminato il carcere, hanno trovato un buco di 50 per 50 centimetri che portava a un tunnel di un metro e mezzo sotto al pavimento. Era da lì che il più potente narcotrafficante del mondo era riuscito ad evadere, probabilmente con la complicità di qualche poliziotto.