Messa di Natale, il vescovo attacca John Lennon ed “Imagine”
Quarantatrè anni dopo la sua uscita sul mercato discografico, “Imagine” di John Lennon continua a far discutere. L’altro giorno, il testo dell’artista di Liverpool, probabilmente una delle canzoni più famose del mondo, è stato addirittura attaccato con durezza dall’altare di una cattedrale cattolica nel corso della messa di Natale. Monsignor Mark Davies, vescovo inglese della diocesi di Shrewsbury, vicino al confine con il Galles, nel corso della sua omelia ha, infatti, ha detto che il testo contiene “una visione del mondo che gela il cuore”. Lennon scrisse di immaginare un mondo senza religione, in cui tutti gli uomini vivono in pace tra di loro. Per Davies, invece, l’idea che la pace possa essere assicurata attraverso l’abolizione della religione è “malata”. L’alto prelato ha detto di disapprovare “l’asserzione ripetuta pigramente” che la religione sia la causa di tutte le guerre.
Il vescovo, durante la celebrazione in chiesa dello scorso 25 dicembre, si è così rivolto a centinaia di fedeli: "Lennon immagina un mondo senza speranza del paradiso e nessuna paura dell’inferno, aggiungendo poi che immagina l’assenza di ogni religione. Solo a quel punto, ci suggerisce, tutta la gente potrà vivere in pace. In realtà, le guerre del secolo scorso, che hanno portato atrocità e distruzione in una scala mai vista prima, sono state ispirate da ideologie secolariste ed esplicitamente anticristiane.” Per Davies, invece, “è il peccato dell’uomo che causa le guerre. I conflitti, come scrive san Giacomo, crescono nel cuore dell’uomo ogni volta che ci sono un’amara gelosia ed un’ambizione egoista. Noi, nel giorno di Natale, dichiariamo che Cristo è venuto per salvarci dai nostri peccati, per consentirci di dare gloria a Dio e a portare pace tra gli uomini.” Monsignor Davies se l’è poi presa con le scuole che sostituiscono la celebrazione religiosa del Natale con delle più generiche “feste invernali”, lamentando che i governanti “stanno ripetendo gli errori del passato cacciando Cristo dall’ambito pubblico e quindi fuori dalle coscienze della gente.”
John Lennon considerava “Imagine” alla stregua di un documento del partito comunista, attraverso un testo che promuoveva un mondo libero da proprietà privata e religione. Non era affatto un inno alla pace, dunque, come molti credono da oltre quarant’anni. “E’ una canzone antireligiosa, antinazionalistica, anticonvenzionale, anticapitalistica, ma è accettata perché l’ho riempita di zucchero. Ora ho capito come bisogna fare: mettere un po’ di miele sul tuo messaggio politico” dichiarò qualche anno dopo il successo planetario della canzone l’ex componente dei Beatles, destinato ad essere ucciso da Mark Chapman l’8 dicembre 1980.