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Mercoledì 2 aprile scattano i dazi reciproci di Trump: come rispondono Europa e Italia

Domani scattano i dazi reciproci globali annunciati da Trump, l’Europa è pronta a rispondere con contromisure immediate. Il presidente Usa: “I dazi saranno molto più generosi di quelli che sono stati imposti a noi nel corso dei decenni. Noi saremo molto più gentili con loro di quanto loro siano stati con noi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Domani, mercoledì 2 aprile, scatteranno i dazi reciproci globali annunciati da Trump, che colpiranno anche l'Italia. "I dazi saranno molto più generosi di quelli che sono stati imposti a noi nel corso dei decenni – ha detto il presidente americano – ci hanno fregato, noi saremo molto più gentili con loro di quanto loro siano stati con noi".

Il presidente Usa li ha annunciati Donald Trump nelle scorse settimane, ribattezzando la giornata di domani ‘Liberation Day', dichiarandosi anche pentito di aver imposto tariffe più alte durante il suo primo mandato. Secondo gli Usa queste nuove tariffe dovrebbero servire come base per ridefinire e ricostruire le relazioni commerciali degli Stati Uniti con il resto del mondo: in pratica l'idea è applicare tariffe su tutti i beni importati, da tutti i Paesi. In un primo momento, secondo il Wall Street Journal, verranno imposte tariffe universali al 20% nei confronti di tutte le importazioni.

La minaccia dei nuovi dazi agita già i mercati: ieri le borse europee hanno bruciato 245 miliardi. Vanno male Francoforte, Parigi, Londra e in particolare Milano, la peggiore, a -1,77% bruciati 16,4 miliardi.

Trump ha già imposto dazi del 25% su tutte le importazioni di automobili, che partiranno dal 3 aprile, ipotizzando misure simili per i settori farmaceutico e del legname, provocando un calo nei mercati azionari e aumentando il rischio di recessione, secondo molti analisti.

Come reagirà l'Italia ai dazi reciproci degli Stati Uniti

I settori italiani più esposti sono quello delle auto, i vini e il settore farmaceutico. Meloni da tempo predica prudenza, per cercare di scongiurare un'escalation che penalizzerebbe pesantemente i prodotti italiani, visto che in questa guerra commerciale l'Italia è seconda nella scala del rischio soltanto alla Germania.

Gli Stati Uniti, "sono il principale alleato dell’Italia e dell’Europa. E tale resteranno sempre. Anche per lo storico ruolo della comunità italiana negli States e per il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo e in Africa, che gli Usa non possono presidiare da soli", è il messaggio di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che al Corriere della Sera ha aggiunto: "Tocca alla Commissione agire sul piano commerciale con accordi bilaterali preferenziali con altri attori globali. Ma soprattutto realizzando una vera politica industriale che restituisca competitività alle imprese europee, tutelando il mercato interno, con l’obiettivo della autonomia strategica su energia e materie prime critiche, tecnologia green e digitale. È l’Italia che si è mossa per prima ed ora catalizza le alleanze necessarie. Ma occorre fare in fretta".

Le contromisure dell'Europa per rispondere ai dazi di Trump

Bruxelles ha già risposto all'introduzione da parte degli Usa di tariffe al 25% su acciaio e alluminio con contromisure per 26 miliardi di euro, che si applicheranno alle esportazioni di merci americane, una cifra pari alla portata economica delle tariffe imposte dagli Usa, che pesano solo per il 5% sull'export europeo.

Le contromisure europee, secondo i piani iniziali, dovevano essere suddivise in due fasi. I primi dazi secondo la tabella di marcia dovevano partire dal 1 aprile, toccando una varietà di prodotti tra cui barche, whisky bourbon, jeans e moto Harley-Davidson (dazi già introdotti durante il primo mandato di Trump e successivamente sospesi da Joe Biden)

La seconda fase era prevista dal 13 aprile, quando le altre misure sarebbero state "pienamente operative". In questo caso i beni interessati sono prodotti industriali (acciaio, alluminio, tessuti, elettrodomestici, materie plastiche, utensili e pelletteria), prodotti agricoli (tra cui pollame, manzo, frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure), con tariffe ‘proporzionate' a quelle imposte dagli Usa.

Il calendario delle contromisure è stato poi rivisto: "Alla luce del recente annuncio secondo cui gli Stati Uniti intendono introdurre dazi aggiuntivi il 2 aprile, stiamo ora valutando la possibilità di allineare la tempistica delle due serie di contromisure dell'Ue, in modo da poter consultare gli Stati membri su entrambe le liste contemporaneamente. Ciò ci darebbe anche più tempo per i negoziati, al fine di cercare di trovare una soluzione reciprocamente accettabile". Quindi tutte le contromisure dell'Ue in teoria dovrebbero partire a metà aprile. Bruxelles però sta valutando l'ipotesi di far scattare un primo pacchetto già domani, 2 aprile, per rispondere con immediatezza ai nuovi dazi imposti da Trump, anche nel giro di poche ore, senza sfruttare dunque la finestra fino al 15 aprile per trattare.

La Commissione Ue, secondo El Pais, sta anche vagliando l'ipotesi di una possibile chiusura del mercato Ue per alcuni beni e servizi americani, utilizzando il cosiddetto strumento anti-coercizione per la sicurezza economica, in modo da impedire alle aziende statunitensi di partecipare a concorsi di licitazione pubblica o a progetti finanziati con il bilancio comunitario.

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen questa mattina ha detto che  "Questo scontro non è nell'interesse di nessuno": quella tra l'Ue e gli Usa "è la relazione commerciale più grande e prospera al mondo e staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva. Allo stesso tempo, deve anche essere chiaro: l'Europa non ha iniziato questo scontro. Non vogliamo necessariamente vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci se necessario", ha spiegato durante la plenaria del Parlamento europeo, citando "contromisure molto decise, se necessario".

"La nostra risposta immediata – ha sottolineato – è unità e determinazione. Mi sono già messa in contatto con i nostri capi di Stato e di governo sui prossimi passi. E valuteremo attentamente gli annunci di domani per calibrare la nostra risposta. Il nostro obiettivo è una soluzione negoziata. Ma ovviamente, se necessario, proteggeremo i nostri interessi, la nostra gente e le nostre aziende".

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