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Medvedev dice che “una apocalisse nucleare è abbastanza probabile” per almeno due ragioni

“Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile”: così Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.
A cura di Susanna Picone
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Dmitri Medvedev torna a parlare dello spettro del disastro atomico. "Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un'apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile", le parole vie Telegram del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

A suo dire, "ci sono almeno due ragioni", per parlare nuovamente di apocalisse nucleare. Il primo motivo? "Il mondo è in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi, perché i nostri nemici hanno deciso di sconfiggere davvero la più grande potenza nucleare, la Russia. Sono degli idioti ma è proprio così", è quanto sostiene Medvedev.

La seconda ragione è quella che Medvedev definisce anche "piuttosto banale". Ovvero "le armi nucleari sono già state utilizzate sapete bene da chi e dove, il che significa che non ci sono tabù".

In un articolo pubblicato dal quotidiano Rossiyskaya Gazeta, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo è tornato a parlare anche dell’accordo sul grano, dicendo che è destinato a finire. L'iniziativa per il grano del Mar Nero così com'è ora "deve essere terminata", è quanto sostiene Medvedev nell’articolo.

"Tutti si sono resi conto della dipendenza dai prodotti agricoli e alimentari del nostro Paese, che è il motivo dell'infinita campagna per l'accordo del grano. Anche se è già chiaro a tutti che non ce n'è bisogno così com'è e deve assolutamente essere terminato", ha spiegato, citato da Interfax.

L'accordo sul grano del Mar Nero scadrà nuovamente il prossimo 17 luglio. Sulle prospettive di rinnovo dell’accordo Mosca appare pessimista perché non sono stati fatti progressi nell'attuazione degli accordi che riguardano le esportazioni russe. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato in un briefing che non ci sono "troppe speranze" che l'accordo venga prorogato.

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