Gaza, Israele e Hamas approvano il cessate fuoco: “La tregua inizierà alle 2 di stanotte”
Israele approva il cessate fuoco a Gaza. La notizia è arrivata pochi minuti fa, al termine dell'ennesima giornata di bombardamenti: dopo 11 giorni di violenza e altissima tensione, a partire già dalle due di questa notte ora locale (l'1 in Italia) ci sarà una tregua nei combattimenti, come ha confermato anche Hamas, accogliendo la proposta avanzata dal consiglio di sicurezza israeliano tramite la mediazione dell'Egitto. Ma come si è arrivati a questa decisione?
Il Gabinetto di sicurezza israeliano, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ha approvato lo stop alle operazioni per porre fine all'offensiva militare nella Striscia di Gaza, riferiscono i media locali, complice anche le pressioni sempre più pesanti della comunità internazionale, in particolare degli Stati Uniti, che negli ultimi giorni è intervenuta più volta per chiedere che venisse messa la parole fine all'escalation di violenza. "Il Gabinetto di sicurezza israeliano ha deciso di accettare la proposta egiziana per un cessate il fuoco reciproco senza precondizioni", ha detto il premier in una nota.
Secondo quanto riporta Reuters, anche Hamas ha poi detto sì al cessate il fuoco, che dunque sarà "reciproco e simultaneo a Gaza a partire dalle 2 di stanotte", ha rivelato un funzionario dell'organizzazione, accogliendo, con la mediazione delle autorità egiziane che hanno condotto le trattative per lo stop alle operazioni, la proposta di cominciare tra qualche ora avanzata dal consiglio di sicurezza israeliano.
Fino a pochi minuti fa i caccia israeliani hanno continuato a colpire la Striscia di Gaza. Almeno 230 palestinesi, tra cui 65 bambini, sono stati uccisi in 11 giorni di violenza, così come sono stati uccisi 12 israeliani, inclusi due bambini. L'esercito israeliano, a sua volta, ha detto che tra le 7 del mattino e le 19:00 più di 300 razzi sono stati lanciati dalla Striscia. Secondo Israele, circa il 90 per cento dei razzi è stato intercettato.
La situazione è comunque molto difficile a Gaza, alle prese anche con la pandemia di Covid-19 e con una crisi umanitaria. "Oggi è stata nuovamente negata ad un team di Medici Senza Frontiere (MSF) l’autorizzazione a entrare da Israele nella Striscia di Gaza. Sono trascorsi ormai più di dieci giorni dall'inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia – ha denunciato Ely Sok, capomissione di MSF nei Territori palestinesi – e stanno aumentando i bisogni umanitari, con oltre 1.400 feriti e decine di migliaia di sfollati. Il sistema sanitario, che già deve fronteggiare numerose carenze anche quando non ci sono bombardamenti, non dispone dei materiali fondamentali per curare i feriti, a cominciare dalle sacche di sangue. Chiediamo che siano riaperti immediatamente i valichi di frontiera e che sia garantita una circolazione sicura di personale e forniture umanitarie per scongiurare una catastrofe ancora più grave".