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Conflitto Israelo-Palestinese

Medio Oriente, Iran e Pakistan concordano de-escalation. Erdogan: “Netanyahu come Hitler”

Secondo Phillippe Lazzarini, il commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite con la responsabilità specifica per i rifugiati palestinesi, a Gaza “corriamo il rischio di perdere una generazione”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo lo scambio di attacchi degli ultimi giorni Pakistan e Iran hanno concordato una "de-escalation". Lo ha reso noto il ministro degli Esteri di Islamabad Jalil Abbas Jilani dopo un colloquio con il collega Hossein Amir-Abdollahian. I ministri hanno anche discusso del ritorno degli ambasciatori nelle due capitali. In una nota il governo pachistano ha ricordato le relazioni fraterne tra i due Paesi, mentre Jilani ha auspicato di lavorare con Teheran sulla base di uno "spirito di fiducia reciproca e cooperazione", sottolineando che il rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità deve essere alla base di questa cooperazione.

ONU: "A Gaza rischiamo di perdere una generazione"

La situazione in Medio Oriente però continua ad essere drammatica, in particolar modo nella Striscia di Gaza, dove secondo Phillippe Lazzarini, il commissario generale dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite con la responsabilità specifica per i rifugiati palestinesi, "corriamo il rischio di perdere una generazione". "Ci sono oggi più di mezzo milione di bambini e ragazzi che frequentavano le scuole primarie e secondarie. Come faranno a tornare in aula se non è possibile riportare le persone nelle loro case che sono state completamente distrutte?", si chiede il funzionario ONU, appena tornato dalla sua quarta visita a Gaza dall'inizio della guerra, in un'intervista rilasciata alla BBC. Secondo gli ultimi dati almeno il 60% delle case di Gaza sono state "distrutte o danneggiate". Nove scuole su 10 hanno subito "danni significativi". Colpiti anche edifici pubblici e reti elettriche.

MSF: "Gaza allo stremo, solo cessate il fuoco può salvare vite"

Ma tra i target di Israele ci sono anche gli ospedali, ormai allo stremo. Qui, secondo quanto emerso nel corso di una conferenza stampa organizzata da Medici Senza Frontiere al Cairo, ogni tentativo di aiutare evita il peggio ma è "una goccia d'acqua nell'Oceano", e l'unica prospettiva per dare speranza alla popolazione è un immediato cessate il fuoco. L'italiano Enrico Vallaperta, coordinatore medico di Msf a Gaza e reduce da 100 giorni in vari ospedali della Striscia, Helen Ottens Patterson, coordinatrice dell'emergenza al Cairo e prima del 7 ottobre capomissione a Gaza, e Enass Abu Khalaf, responsabile della comunicazione ad Amman, hanno raccontato la drammaticità della situazione: "Nel 2021 – racconta Vallaperta – si avvertiva un barlume di vita normale, al di là del pericolo incombente e del poco spazio a disposizione. Ora è tutto completamente distrutto e la mancanza di spazio è tale da impedire le normali funzioni di un ospedale".

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L'ospedale Al Aqsa di Gaza, uno dei più grandi del Paese, dispone normalmente di 240 posti letto. Attualmente i pazienti in cura sono 660, a cui si aggiungono migliaia di rifugiati la cui casa è stata distrutta e che non sanno dove andare. "Noi siamo rimasti a Gaza il più a lungo possibile, poi è diventato impossibile lavorare e abbiamo deciso di evacuare con alcuni pazienti verso sud. Una bomba ha colpito un edificio che ospitava alcuni membri del nostro staff e le loro famiglie. Fortunatamente non è esplosa ma ha comunque colpito a morte la figlia di un nostro autista. Alla fine siamo approdati a Rafah, dove attualmente si trova oltre l'80% della popolazione palestinese, già prima costretta in uno spazio minimo. Vivono nelle tende, per strada, lottano ogni giorno per un po' di cibo, di acqua, una coperta. Fa molto freddo e di notte spesso piove".

Erdogan: "Netanyahu come Hitler"

Nel frattempo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta la presidenza della Repubblica di Ankara, in un discorso ha implicitamente criticato i Paesi occidentali per il sostegno ad Israele. "Sono stati contenti di stare semplicemente a guardare la barbarie del (premier israeliano Benjamin) Netanyahu, il Führer di oggi, e della sua squadra, accecati dal sangue e dai rancori, contro il popolo palestinese, che costituisce un genocidio. Coloro che danno lezioni su diritti umani e libertà non hanno aperto i loro occhi sui bambini e le donne che sono stati brutalmente massacrati per 105 giorni", ha aggiunto il leader turco. Nelle scorse settimane, Erdogan aveva affermato che non c'era differenza tra il comportamento di Netanyahu e quello di Adolf Hitler.

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