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Medico rifiuta di curare la neonata di una coppia lesbica: “Credo in Dio”

E’ accaduto nello stato del Michigan, negli USA. “È stato umiliante”, denuncia la coppia. “Non posso visitare vostra figlia, ma ho pregato a lungo per voi” ha spiegato la pediatra.
A cura di Biagio Chiariello
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“Non posso visitare vostra figlia, siete due donne”. E’ quanto Jami e Krista Contreras si sono sentite dire da Vesna Roi, una pediatra in Michigan, alla quale volevano far visitare loro neonata, Bay. La coppia di madri lesbiche è stata accolta da un medico della clinica Roseville  che ha spiegato loro che la dottoressa non si sarebbe più occupata della piccola di 6 giorni, ma che avrebbe “pregato per loro”, scrive il Detroit Free Press. “Ero completamente sbalordita”, ha detto Krista, madre biologica della bambina, “ho guardato il dottore e ho chiesto:‘abbiamo sentito bene?”. “È stato umiliante”, ha aggiunto la sua compagna e moglie, Jami, “Siamo genitori da poco e stiamo solo cercando di proteggere nostra figlia. Conosciamo le difficoltà che saremo costrette ad affrontare in questo mondo, ma eravamo impreparate a trovarcele di fronte in un ospedale, dove eravamo giunti per far curare una bambina di appena sei giorni”.Jami e Krista Contreras aveva già incontrato la dottoressa Roi durante un appuntamento prenatale, durante il quale il pediatra non aveva manifestato alcun segno di disagio. “Eravamo rimaste molto soddisfatte dopo la prima visita”, ha detto Krista, “La dottoressa si era mostrata gentile e disponibile. Non sembrava in difficoltà a trattare con noi”.

La dottoressa Roi ha voluto scrivere una lettera di scuse alla coppia nella quale ha chiarito le ragioni del suo rifiuto: “Dopo aver a lungo pregato per voi, dopo la visita prenatale, ho capito che non sarei stata in grado di sviluppare un adeguato rapporto medico paziente, come faccio di solito”. E ancora: “Io credo che Dio ci dia il libero arbitrio e non giudicherei mai nessuno in base alle proprie scelte. Anche in questo caso sono molto dispiaciuta per le reazioni di rabbia e dispiacere che si sono generate in seguito alla mia decisione. Mi auguro accettiate le mie scuse”. Va precisato che in 22 state degli USA un medico ha tutto il diritto di discriminare i pazienti in base al proprio orientamento sessuale, ma non in Michigan, lo Stato dove si trova la clinica Roseville.

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