Medico australiano invita i colleghi a sostenere l’Isis
La propaganda dell'Isis non passa soltanto per dimostrazioni di forza e violenza. Né tanto meno è attraversata soltanto da proclami religiosi. Già in passato si era osservata la capacità del sedicente Stato Islamico di usare i nuovi media ed il loro peculiare stile di comunicazione per raggiungere un pubblico vasto e – almeno in parte – poliedrico. Fino ad autorappresentarsi con fucili e gatti. Ora la propaganda investe anche il welfare, tanto da portare lo Stato Islamico alla pubblicazione di un video in cui, a beneficio dei sudditi, si vantano ospedali efficienti e cure gratuite. Poco importa che, in realtà, a Raqqa, città siriana in cui sorgerebbe l'ospedale della propaganda, manca del tutto la corrente. Secondo alcuni attivisti anti-Isis, peraltro, ai dentisti sarebbe del tutto proibito curare le donne, anche in presenza del marito. Soltanto dottoresse donne, infatti, potrebbero operare nel cavo orale di pazienti dello stesso genere.
Nel video compare anche un giovane medico – barba corta, occhi e carnagione chiari – che si presenta come Abu Yusuf. Racconta di venire dall'Australia e di essere arrivato a Raqqa per dare il proprio contributo alla guerra santa. Nel video porta un neonato tra le mani in una sala piena di incubatrici. La scenografia è degna delle medical series americane e, lungi dal raccontare realisticamente quali sono le strutture e i servizi civili dell'Isis, descrive quantomeno l'abilità propagandistica dello Stato Islamico e la sua capacità di apprendere anche dall'Occidente. Il mese scorso, del resto, il Regno Unito contava undici medici volati in Siria per arruolarsi – col camice – nell'Isis. Anche nel caso del dottore australiano, secondo quanto dichiarato dall'esperto di terrorismo australiano Clarke Jones, c'è ragione di credere che il video sia autentico e che Abu Yusuf si trovi a tutti gli effetti in Siria e che provenga dall'Australia.