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Mattia Minguzzi ucciso a 14 anni, tomba vandalizzata e minacce alla famiglia prima del processo

Nel giorno del processo ai due minorenni imputati, vandalizzata la tomba di Mattia Ahmet Minguzzi, il 14enne accoltellato a morte nel gennaio scorso mentre era in un mercato di strada a Istanbul. La famiglia Minguzzi aveva già ricevuto messaggi di minacce ed è arrivata in Tribunale scortata dalla polizia.
A cura di Antonio Palma
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È stata vandalizzata la tomba di Mattia Ahmet  Minguzzi, il 14enne accoltellato a morte nel gennaio scorso da un gruppo di ragazzi mentre era in un mercato di strada a Istanbul dove il padre lavora come executive chef presso Eataly. Un gesto ancora più terribile perché avvenuto a poche ore dall’inizio del processo per il suo assassinio nel quale sono imputati due quindicenni e che si è aperto oggi.

Secondo quanto ha rivelato l’emittente turca Ntv, la tomba di Mattia Ahmet Minguzzi nel cimitero Bahcelievler di Istanbul è stata presa di mira nelle ore immediatamente precedenti all’udienza con lapide danneggiata e fiori e piante divelti. Una o più persone non identificate hanno rotto le recinzioni accanendosi sulla tomba del 14enne morto il 9 febbraio, dopo due settimane di ricovero in Terapia intensiva.

A sinistra, lo chef italiano Andrea Minguzzi; a sinistra insieme al figlio.
A sinistra, lo chef italiano Andrea Minguzzi; a sinistra insieme al figlio.

Dopo aver ricevuto la segnalazione, le squadre di polizia si sono recate al cimitero e hanno avviato le indagini nella zona. La Procura generale di Istanbul, informata dei fatti, ha avviato un procedimento d'ufficio per il reato di "danneggiamento di cimiteri".

L'avvocato della famiglia Minguzzi ha dichiarato che il gesto aveva il chiaro scopo di inviare un messaggio minaccioso alla famiglia prima dell'udienza, e ha dichiarato: "Abbiamo ricevuto il messaggio, non abbiamo paura. Ho parlato con il nostro presidente della Corte Suprema per l'adozione di misure di sicurezza".

La famiglia Minguzzi aveva già ricevuto messaggi di minaccia nei giorni scorsi tanto che oggi in tribunale i parenti del minore sono arrivati scortati dalla polizia. Secondo l’avvocato, i messaggi intimidatori andavano avanti da settimane con minacce di morte e frasi offensive arrivate da alcuni utenti che sui social sostenevano di essere amici degli aggressori.

L'udienza di oggi si è svolta a porte chiuse a causa della minore età degli imputati. Il giudice ha deciso di rinviare il tutto alla prossima udienza dell'8 maggio per ascoltare due testimoni. La Procura generale, che sostiene l’accusa, ha chiesto per i due imputati una pena detentiva da 18 a 24 anni per il reato di "omicidio deliberato di un minore".

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