Massimiliano Galletti, chi è l’italiano morto in Ucraina: soccorreva i feriti in guerra
Le schegge di un colpo di RPG, un lanciarazzi portatile anticarro, lo avevano colpito circa un mese fa mentre prestava servizio a Kiev come soccorritore. Lunedì 28 ottobre, Massimiliano Galletti, 59enne di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), è morto. Si tratta del primo italiano, in questo caso un paramedico, a perdere la vita sul fronte ucraino da quando è iniziata l'invasione russa nel febbraio 2022.
"Stiamo mantenendo i rapporti con l'ambasciata italiana a Kiev," dichiara all'Adnkronos l'avvocato Carla Tiboni, legale della famiglia di Galletti. "La famiglia non aveva sue notizie dai primi di ottobre. Il 26 ottobre scorso è stata presentata una denuncia in questura a San Benedetto e il 28 è arrivata dall'Ucraina la notizia della morte."
Il volontario della Protezione Civile della sua città marchigiana era in Ucraina da diversi mesi. Era un messo comunale, in aspettativa dal novembre dello scorso anno, e sarebbe dovuto rientrare in Italia a metà mese. Non era un foreign fighter ma svolgeva servizio di assistenza ai combattenti al fronte, attraverso l’utilizzo di cani molecolari, in una località non distante dalla capitale.
"Era una persona attiva nel volontariato, anche durante i terremoti nelle Marche e in Abruzzo. Due anni fa era stato in Polonia per aiutare gli sfollati della guerra. Aveva," racconta ancora il legale della famiglia, "una specializzazione come guida per i cani molecolari."
"Il suo ruolo era di soccorritore paramedico nelle retrovie," precisa la moglie Donatella. "Supportava le unità cinofile nella ricerca di persone ferite o decedute. Non era un combattente. Non ha mai preso in mano un fucile." La donna ammette di aver vissuto "30 giorni di buio totale" perché "sapevo che mio marito era morto ma non sapevo dove, come, con chi, dov’era."
Commosso il ricordo della figlia, Aurora: "Sei volato via da eroe per me e per tutte le persone che hai salvato in questi anni."
"Sei sempre stato il mio punto di riferimento," scrive Aurora, "la persona su cui sapevo di poter sempre contare. Da bambina sognavo di avere un marito come te, che mi hai sempre trattata da principessa. Hai sempre trovato le parole giuste per confortarmi anche quando non avevo voglia di sentirti; eri lì per me. Ora che non ci sei più, ne sento più che mai il bisogno, ma so che sei volato via da eroe, l'eroe che sei sempre stato per me e per tutte le persone che hai salvato. Sono orgogliosa di te, come padre e come uomo. Sarai sempre nel mio cuore."
La salma di Galletti è ancora a Kiev. Non è chiaro quando potrà tornare a casa. Dopo l'autopsia il Ministero della difesa di Kiev potrà concedere il nulla osta per il rientro che avverrà via terra, passando per la Polonia, grazie a un'organizzazione internazionale di pompe funebri.
Della vicenda è stata informata la Questura di Ascoli, in contatto con il Ministero degli Esteri, che si è già attivata. "La parte italiana dell'iter per il rientro è completa; ieri i tempi sembravano brevi, ma ci sono ancora delle questioni da risolvere in Ucraina," dice il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, che aveva incontrato qualche mese fa il suo concittadino in comune e scambiato qualche parola con lui prima della partenza per l'Ucraina.