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Massacro in Nigeria, 100 morti: vittime bruciate vive

Nella notte tra sabato e domenica alcuni villaggi cristiani a sud della Nigeria sono stati attaccati da circa 40 uomini armati di pistole e machete che li hanno rasi al suolo. Si pensa alla lotta etnica e religiosa.
A cura di Andrea Parrella
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E' un vero e proprio massacro quello che si è consumato la scorsa notte in Nigeria secondo quanto afferma Yakubu Bitiyong, legale del parlamento di Stato di Kaduna: è l'ennesimo atto di una lotta intestina tra la comunità musulmana e quella cristiana fondata su divergenze religiose ed etniche capaci di produrre centinaia di morti dall'elezione del presidente cristiano cristiano Goodluck Jonathan.

I villaggi attaccati sono quelli di Angwan Gata, Angwan Sankwai e Chenshyi, tutti a sud del paese e tutti proprio a maggioranza cristiana. Nella notte circa quaranta uomini armati di pistole e machete hanno attaccato d'improvviso le abitazioni, radendo al suolo intere zone e mutilando e bruciando vive alcune vittime. Coloro che sono riusciti a scampare alla carneficine, alcune migliaia, si sono rifugiate nei villaggi circostanti e ancora adesso sono chiaramente terrorizzati.

Non c'è un bilancio esatto delle vittime fornito dalle forze dell'ordine, che peraltro non sono state nemmeno capaci di individuare dei responsabili specifici. E tuttavia, gli abitanti dei villaggi vittime dell'attacco non hanno dubbi nell'attribuire responsabilità ai pastori di etnia Fulani o Haussa, non originari della zona, che contendono alla popolazione cristiana e dedita all'agricoltura proprio l'occupazione di quei territori. Un conflitto costante che, secondo quanto denuncia Human Rights Watch ha prodotto dal 1992 circa 10.000 morti.

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