Massacro in Aghanistan, il soldato statunitense rischia la pena di morte
Rischierebbe la pena di morte il soldato americano che ha ucciso 16 civili a Kandahar. In caso di condanna, il militare, dunque, potrebbe essere sottoposto alla pena capitale. A riferirlo Leon Panetta, segretario di difesa degli Stati Uniti, che ha informato i giornalisti di questa probabilità, mentre era in viaggio per il Kirghizistan. Il soldato sarà processato da una corte militare USA, come ha ribadito lo stesso segretario, dopo la richiesta del parlamento afghano di processare pubblicamente il soldato, nel Paese in cui è accusato di aver ucciso innocenti a causa di un presumibile crollo nervoso. Le motivazioni che hanno spinto l'uomo al folle gesto non sono del tutto chiare e, pertanto, per far luce sulla vicenda dovranno essere messe in atto una serie di indagini specifiche: dal Pentagono, infatti, emerge la volontà di far chiarezza sull'accaduto e sulle ragioni che hanno spinto il soldato a uscire dalla sua base per compiere la carneficina.
"Non sappiamo quali siano stati i motivi", ha dichiarato Panetta, il quale pone attenzione anche alle difficili condizioni psicologiche e fisiche alle quali i militari sono quotidianamente sottoposti, una volta giunti in posti dove i conflitti sono all'ordine del giorno: "La guerra è un inferno. Questo genere di eventi possono accadere", ma che si tratta pur sempre di casi isolati, che non vanno a "minare la nostra strategia o la nostra missione". Il segretario, poi, ha informato di dirigersi ora a Bishkek per incontrare i leader kirghisi e discutere con loro in merito alla base aerea Manas, utilizzata dagli Stati Uniti per inviare truppe in Afghanistan e per il rifornimento dei velivoli. Tale base, come sottolinea Panetta, è di fondamentale importanza e che, pertanto, deve assicurarsi che i rapporti con i leader prosegua in futuro, nonostante il drammatico incidente. Tale base militare costa agli Usa ben 60 milioni di dollari all'anno.
A Jalalabad, città situata a est del Paese, sono scesi in piazza centinaia di studenti universitari, i quali fanno sentire la propria voce di dissenso contro la strage di civili compiuta dal militare americano. "Morte all'America, Morte a Obama", questo è quanto urlato da 400 manifestanti presenti sul posto. Su uno striscione c'era scritto: "Jihad rappresenta l'unica strada per cacciare dall'Afghanistan gli invasori americani". Gli studenti, inoltre, hanno bloccato anche la strada principale che collega Jalalabad a Kabul, capitale dell'Afghanistan.