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Maserati, calo delle vendite e crollo del mercato cinese: cassa integrazione per 220 lavoratori

Per tre settimane, coinvolti migliaia di lavoratori del gruppo: duecentoventi a Modena. Preoccupati i sindacati che incontreranno rappresentanti dell’azienda il 25 gennaio.
A cura di Biagio Chiariello
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A causa del calo di ordini torna la cassa integrazione allo stabilimento Maserati di Modena dove si producono diversi modelli della nota azienda di automobili sportive di lusso fondata a Bologne oltre che la Fiat 500 elettrica: per tre settimane, dal 29 gennaio 5 al 17 febbraio. Nel complesso sono interessati 220 lavoratori, tra operai ed impiegati.

Tre le settimane di stop anche per i lavoratori del Tridente di Mirafiori: dal 12 febbraio al 3 marzo. Nel complesso saranno circa 1.000 i dipendenti toccati dal provvedimento per la linea Maserati e circa 1.250 per quella della 500.

Erano oltre due anni (era il settembre 2021) che la Cig non era stata più attivata nello stabilimento di Modena, motivata allora dalla riconversione industriale dell'ormai vetusto sito produttivo (era 1938) in funzione della supercar MC20. Il motivo è il drastico calo di ordini a causa soprattutto del rallentamento del mercato cinese, uno dei più importanti per il Tridente. Per questo la dirigenza ha congelato gli investimenti preferendo fare ricorso alla cassa integrazione.

"Chiediamo di definire i contorni della crisi delle vendite che non può essere attribuita unicamente al calo del mercato cinese" ha detto Alberto Zanetti dalla Uilm. A fargli eco è Alessandro Gamba, segretario generale aggiunto Fim Cisl Emilia Central: "Il tridente Maserati è Modena. Per questo Fim Cisl insieme a tutta la città e le sue istituzioni seguono con grande preoccupazione la vicenda. Chiediamo chiarezza, perché i dati ci dicono che il polo di Modena ha centrato tutti gli obiettivi di produzione negli ultimi due anni".

E anche per questo il 25 gennaio si terrà un incontro con i rappresentanti dell’azienda.

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