Marocco, re Mohamed VI annuncia riforme per rafforzare la democrazia
A quasi 15 anni dall'ultima modifica costituzionale, e con il Nord Africa infiammato dalle proteste, dopo le dimissioni di Mubarak in Egitto, la fuga di Ben Ali in Tunisia, e la rivolta in Libia contro Gheddafi, re Mohammed VI del Marocco ha annunciato il 9 marzo una riforma globale per rafforzare la democrazia ed il suo" impegno a dare un forte impulso alla profonda dinamica riformatrice in corso".
Il re Mohamed VI ha annunciato una profonda riforma della Costituzione che include, tra i cambiamenti, il rafforzamento della figura del primo ministro come e l'ampiamento dei poteri del Parlamento. In un discorso televisivo alla nazione il monarca ha affermato che ha affidato la revisione della Carta Magna ad una commissione presidiata dal costituzionalista Abdelatif Mennouni, che dovrà presentare a giugno il risultato del suo lavoro e successivamente ci sarà una referendum per approvare la riforma.
Mohamed VI ha segnalato che la nuova costituzione stabilirà che il primo ministro dovrà essere nominato dal partito politico che ha ottenuto i risultati migliori elle elezioni della Camera dei Deputati., quando finora era il re a decidere chi dovesse essere il capo dell'esecutivo. Allo stesso modo, ha aggiunto che "il primo ministro si assumerà la responsabilità del governo e dell'amministrazione pubblica, oltra che a dirigere ed attuare il programma di governo".
Il discorso del re si inserisce nell'ambito dell'attuazione della regionalizzazione del paese, che comincerà dal Sahara e che lascerà il potere delle nuove regioni nelle mani dei presidenti del consiglio. Il re ha però assicurato che la Carta Magna "consacrerà il carattere unitario del Marocco" nonostante " la sua ricchezza e varietà culturale " assicurando inoltre l'indipendenza della magistratura ed il rispetto dei diritti umani.
