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Marocco, Rayan è morto: era stato estratto dopo la caduta nel pozzo

Il caso del piccolo Rayan, che in Italia ha ricordato quello di Alfredino Rampi, ha lasciato per giorni tutto il Marocco con il fiato sospeso: i soccorritori lo hanno estratto ma è morto.
A cura di Davide Falcioni
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Rayan e le operazioni per salvarlo (Twitter)
Rayan e le operazioni per salvarlo (Twitter)

Rayan, il bambino di cinque anni caduto in un pozzo in Maroccorimasto bloccato a più di 30 metri di profondità, è stato estratto dopo ore di lavoro da parte dei soccorritori: ma purtroppo è deceduto. Dopo il salvataggio, le autorità hanno dato la notizia della morte. Come riporta la stampa locale, il piccolo sarebbe morto già prima dell'estrazione.

Il piccolo era precipitato in un pozzo nel piccolo centro di Tamrout, vicino a Chefchauen, nel nord del Marocco. Rayan stava giocando nei campi vicino a casa mentre il papà lo teneva d’occhio: improvvisamente l'uomo ha visto cadere il figlio nel pozzo ormai asciutto che proprio lui, contadino, aveva coperto con legna e plastica.

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Il bambino ha fatto un volo di 32 metri scivolando tra pareti strette venti centimetri che in qualche modo hanno rallentato la sua picchiata permettendogli di sopravvivere. Sul posto si sono precipitate numerose quadre di soccorritori che hanno iniziato immediatamente ad organizzare le complesse operazioni per estrarlo, ben consapevoli che una decisione errata avrebbe potuto determinare il crollo del pozzo e la morte di Rayan. Il bambino in questi giorni è rimasto sempre vigile e calmo: ha parlato con i soccorritori e chiesto dell’acqua, alle 3 del mattino, quando una piccola telecamera introdotta nella voragine lo ha sorpreso sveglio e cosciente.

La vicenda del piccolo Rayan

La notizia della caduta del bimbo martedì ha fatto rapidamente il giro del villaggio e decine di persone si sono attivate per estrarlo, persuase che sarebbero subito riusciti a farlo. Alcuni hanno tentato di calarsi senza riuscire ad arrivare in fondo, e a quel punto hanno dato l'allarme ai soccorritori. Imad Fahmi, uno di loro, è riuscito ad avvicinarsi scendendo fino a 25 metri e sentendo il piccolo respirare e piangere per la prima volta. Falliti quindi tutti i tentativi di recupero, anche quelli di due speleologi professionisti, i soccorritori hanno deciso di scavare accanto al pozzo e realizzare un tunnel di raccordo e raggiungere il bambino. Il caso, che ha ricordato quello del piccolo Alfredino Rampi, ha lasciato tutto il Marocco con il fiato sospeso.

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