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Marocco, entra in vigore una (contestata) legge contro la violenza sulle donne

Approvata dal parlamento del Marocco lo scorso 14 febbraio, il provvedimento prevede pene più severe per chi commette vari tipi di crimini contro le donne, sia nella sfera pubblica che in quella privata. Ma la legge non include lo stupro commesso dai mariti o la violenza coniugale, né definisce la violenza domestica.
A cura di Susanna Picone
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A partire da oggi in Marocco è in vigore una legge che criminalizza la violenza contro le donne. Approvata dal parlamento  dopo cinque anni di dibattito lo scorso 14 febbraio con 168 voti a favore, 55 contrari e nessun astenuto, il provvedimento – che si chiama legge Hakkaoui dal nome della ministra della Famiglia e della Solidarietà, Bassima Hakkaoui che l’ha promosso – prevede pene più severe per chi commette vari tipi di crimini contro le donne, sia nella sfera pubblica che in quella privata. In Marocco la violenza e le molestie contro le donne sono molto diffuse: in un sondaggio del 2009 il 62.8 percento delle donne dichiarò di aver subito abusi di vario tipo, il 55 percento denunciò di aver subito violenze dai propri mariti.

Cosa prevede la nuova legge in Marocco contro la violenza sulle donne – Tra i reati puniti con questa nuova legge (il testo risale al 2013 e durante l’iter è stato modificato più volte) vi sono lo stupro, le molestie sessuali, gli abusi domestici, le cybermolestie e i matrimoni forzati. Chi sarà ritenuto colpevole di tali reati potrà essere condannato da uno a 5 mesi di carcere e ricevere multe dai 200 ai 1000 dollari. La legge approvata in Marocco è stata comunque oggetto di critiche: se per qualcuno rappresenta un primo passo nella giusta direzione, altri ne denunciano importanti lacune. Ad esempio il testo è stato contestato perché non include lo stupro commesso dai mariti o la violenza coniugale, né definisce la violenza domestica lasciando così le donne vulnerabili dal punto di vista legale. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch altri limiti della legge risiedono nel fatto che non fornisce assistenza finanziaria alle vittime di violenza e non chiarisce quale sia il sostegno e i servizi che devono ottenere dallo Stato.

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