Mark Dickey è salvo: lo speleologo bloccato a 1000 metri di profondità nella grotta è stato recuperato

È stato recuperato Mark Dickey, lo speleologo americano rimasto bloccato a 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in provincia di Mersin, in Turchia, dopo aver avuto una emorragia gastrointestinale. All’operazione hanno partecipato anche 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
A cura di Ida Artiaco
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Lieto fine per Mark Dickey, lo speleologo americano rimasto bloccato a 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in provincia di Mersin, in Turchia, dopo aver avuto una emorragia gastrointestinale lo scorso 2 settembre, che non gli ha permesso di uscire autonomamente.

Alle ore 00:35 locali (23:35 italiane) di ieri, l'esperto è uscito dalla grotta ed è stato condotto alla tenda sanitaria del campo base. Alle operazioni di soccorso hanno collaborato 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e altri team specializzati provenienti da diversi paesi europei. Mark Dickey è rimasto nella grotta per circa 500 ore.

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Come ha fatto sapere il Soccorso Alpino in una nota, "le operazioni di soccorso sono state particolarmente lunghe e complesse sia a causa della morfologia della grotta, sia delle condizioni fisiche dell’infortunato, che hanno richiesto tempo per essere stabilizzate e permetterne quindi la movimentazione verso la superficie. Durante il trasporto sono state effettuate lunghe soste, necessarie per la valutazione dei parametri sanitari dell’uomo e per la somministrazione delle terapie, costantemente assistito da un medico e un infermiere".

Le operazioni di recupero sono iniziate nella giornata di sabato 9 settembre, quando le condizioni sanitarie dello speleologo hanno consentito il suo posizionamento sulla barella e il conseguente spostamento. Ci sono state diverse soste nei campi interni allestiti a diverse profondità per consentire la valutazione clinica dell’infortunato e la somministrazione delle terapie. La prima sosta è stata effettuata a circa 700 metri di profondità, la seconda a circa -500 e un’altra ancora a circa-250.

L'operazione è stata coordinata dall'AFAD, l'ente turco di Protezione Civile, supportata dall’European Cave Rescue Association.

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