Marine Le Pen assolta da accusa di istigazione all’odio razziale
La leader del Front National Marine Le Pen è stata assolta martedì dalle accuse di istigazione all'odio razziale e alla discriminazione nei confronti delle altrui convinzioni religiose. Nel 2010, durante un incontro della campagna elettorale a Lione, aveva paragonato le preghiere in strada dei musulmani all'occupazione da parte dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. "Mi spiace, ma per quelli che amano davvero parlare della Seconda Guerra Mondiale, se parlassimo dell’occupazione, potremo parlare di questo (le preghiere per strada ndr) , perché è chiaramente un'occupazione del territorio", aveva detto Le Pen, che aveva aggiunto: "È un’occupazione di sezioni del territorio, di quartieri nei quali si applica la sharia, è un’occupazione” insistette Le Pen. “Non ci sono carri armati, non ci sono soldati, ma è comunque un’occupazione, e pesa sulle persone".
Diverse organizzazioni antirazziste l'avevano denunciata per "provocazione di discriminazione, violenza e odio". La leader del Front National era stata rinviata a giudizio a settembre. Se condannata, averebbe rischiato una pena fino a un anno di reclusione e 45.000 euro di multa. "È uno scandalo che un leader politico possa essere processato per aver espresso le sue opinioni", aveva commentato all'epoca Le Pen. "Quelli che denunciano il comportamento illegale dei fondamentalisti – aveva aggiunto – rischiano di essere processati più dei fondamentalisti che si comportano illegalmente".
Il Tribunale Penale di Lione ha però stabilito nella giornata di ieri che la leader del Front National non ha commesso alcun reato, accogliendo quella che era stata anche la richiesta del pubblico ministero. Per i giudici, Le Pen non avrebbe inteso riferirsi al tutta la comunità musulmana francese nel suo complesso, ma solo a una minoranza che ostacola il passaggio nelle strade.