Marijuana legale, ecco la mappa di libertà e divieti in tutto il mondo
Per molti può essere un sogno. Per altri un incubo. E per qualcun altro ancora è soprattutto un grande business. Attorno alla produzione, vendita e consumo della marijuana ruota un giro d'affari multimiliardario che coinvolge, nella maggior parte dei casi, organizzazioni criminali di tutto il mondo che, attraverso la produzione e commercializzazione della cannabis, riescono ad aggiungere molti zeri ai bilanci illegali già da capogiro delle loro organizzazioni.
In tutto il mondo è più che effervescente il dibattito relativo all'opportunità di liberalizzare completamente, parzialmente o al contrario mantenere il divieto sulla legalizzazione dell'erba. La discussione riguarda numerosi aspetti del tema: da quello giuridico a quello commerciale passando per quello farmacologico-terapeutico.
Un dibattito complesso e che, nonostante le molte e significative aperture di realtà nazionali, dall'Uruguay dell'ormai ex Presidente Pepe Mujica (il medico progressista ed a sua volta ex Presidente Tabaré Ramón Vázquez Rosas è stato eletto come suo successore) ad alcuni Stati degli Usa (Washington, Oregon, Alaska e Colorado), vede ancora grande resistenza nella gran maggioranza dei governi interessati al tema. La legislazione a livello internazionale, inoltre, vede ancora un'alta frammentazione e, in sintesi, la contrarietà a possesso, coltivazione e uso della sostanza stupefacente è ancora più che maggioritaria. Sono solo due le realtà nazionali che permettono apertamente l'utilizzo della marijuana, ovvero: Uruguay e Corea del Nord. Mentre, come accennato poco prima, alcuni Stati degli Usa hanno di recente approvato legislazioni ad hoc che permettono il possesso, la commercializzazione e la produzione della cannabis con poche restrizione. Il quadro dei paesi più libertari è chiuso, per così dire, da Paesi Bassi e Cambogia che nonostante la formalità del divieto permettono l'utilizzo per usi personali su larga scala. Ecco la mappa per continente
Europa
La situazione europea è molto bilanciata. A fronte di una generale rigidità verso il tema, alcuni paesi hanno adottato norme più permissive che – a certe condizioni ben specifiche – rendono possibile l'utilizzo e il possesso in quantitativi limitati della Cannabis. In quest'area ruotano, ad esempio: Austria; Repubblica Ceca; Cipro; Estonia; Italia; Paesi Bassi; Portogallo; Spagna; Svizzera che hanno depenalizzato il reato del possesso (in alcuni casi viene applicata una multa in altri non si incorre in sanzioni specifiche). Ancora illegale, invece, è considerato possesso, vendita, trasporto e coltivazione della marijuana in: Belgio; Bulgaria; Croazia; Finlandia; Francia; Germania; Grecia; Irlanda; Lettonia; Lituania; Lussemburgo; Norvegia; Polonia; Romania; Slovacchia; Slovenia; Svezia; Regno Unito; Ungheria. In alcuni casi ed in alcune realtà, è opportuno sottolineare, sebbene le normative siano chiaramente restrittive il possesso è consentito. Ultimo caso europeo è quello danese dove sebbene permanga l'illegalità del possesso, questo venga ampiamente tollerato dalle autorità locali.
Americhe
Più complesso il quadro del Nuovo Mondo, che vede un orientamento generalmente restrittivo verso il possesso della marijuana, ma al contempo grande tolleranza visto anche che molte delle realtà americane sono proprio tra le principali produttrici a livello mondiale della cannabis. Il possesso, in particolar modo, dell'erba è stato depenalizzato in: Argentina; Belize; Brasile; Canada; Colombia; Cosa Rica; Ecuador; Jamaica; Messico; Perù. Mentre rimane ancora illegale, almeno dal punto di vista formale, in: Bolivia; Cile; Cuba; Repubblica Domenicana; Honduras; Panama; Paraguay; Porto Rico; Venezuela.
Asia e Oceania
Situazione simile a quella americana in Asia e Oceania dove in generale la presenza della sostanza stupefacente è poco tollerata, bensì in molto paesi nonostante il divieto ufficiale si faccia comunque largo uso tra la popolazione della cannabis. Se solo in Nepal e Pakistan il possesso per uso privato è stato depenalizzato, il divieto permane, tra gli altri paesi, in: Cina; Corea del Sud; Hong Kong; Indonesia; India; Giappone; Laos; Malesia; Singapore; Sri Lanka; Vietnam.
Africa
Assolutamente più rigida è la realtà africana dove il divieto di possesso, vendita, trasporto e coltivazione della marijuana è pressoché totale essendo, ad esempio, illegale in: Botswana; Egitto; Etiopia; Sud Africa; Tunisia; Zimbabwe.
Da questo lungo elenco rimangono fuori alcune realtà importanti come la Russia e i paesi che ruotano ancora attorno ad essa, dove il possesso è stato depenalizzato, e alcuni grandi produttori come l'Albania dove formalmente la marijuana è illegale e dove al tempo stesso parte dell'economia di alcune regioni del paese balcanico si basa per parti significative sulla coltivazione e commercializzane della cannabis. In conclusione si può affermare che il business della marijuana è ancora in mano alle organizzazioni criminali internazionali, visti anche i perduranti divieti legislativi che caratterizzano la maggior parte dei paesi interessati dal sistema coltivazione e vendita della sostanza.