Mariana, la mamma simbolo dell’attacco a Mariupol: “Il battaglione Azov non aveva una base in ospedale”
Mariana Vishegirkaya è ricordata per essere una delle donna "simbolo" del bombardamento dell'ospedale pediatrico di Mariupol. La sua fotografia, scattata mentre usciva dall'ospedale distrutto, ha fatto il giro del mondo: pancione, volto ferito – per fortuna lievemente – alcune coperte addosso e due buste che contenevano tutto ciò che era riuscita a portare via. Alcuni giorni dopo l'attacco, Mariana ha dato alla luce la bambina che portava in grembo.
I momenti vissuti durante l'attacco
Nella serata di ieri, martedì 12 aprile, la ragazza è stata intervistata da Mario Giordano. Durante la trasmissione "Fuori dal Coro", in onda su Rete Quattro, ha descritto quanto vissuto in quelle ore. Ha raccontato che, al momento dell'attacco, si trovava nel punto nascita numero 3: "Non c'erano i militari, c'erano altri, c'era la consultazione femminile e anche un punto oncologico". Mariana ha infatti ribadito che, contrariamente da quanto detto dal ministro degli Esteri russo, il battaglione Azov "non aveva una base in quell'ospedale".
"Non si è trattato di un attacco aereo"
Durante l'intervista, la ragazza si è mostrata sicura delle affermazioni rilasciate. In particolare ha sostenuto che quello avvenuto a Mariupol non sarebbe stato un attacco aereo. Una sicurezza data dal fatto che "nel 2014 mi trovavo a Donetsk e conosco benissimo il rumore di un attacco aereo". Secondo Mariana, in caso di un attacco simile, ci sarebbero altri rumori e altri suoni. La donna ha spiegato di aver sentito due esplosioni, una lontana e una vicina. Con questa seconda esplosione, le finestre sono andate distrutte: "Dal rumore non posso sicuramente sapere di chi era questa bomba".
Le polemiche relative alla foto
Quando le è stato chiesto se la foto scattata e diffusa fosse in realtà costruita, Mariana ha risposto di non essere stata sicuramente in posa: "Io sono stata evacuata da questo edificio tra le ultime". Sarebbero state fatte uscire prima le neomamme o le donne ferite gravemente e poi le donne incinte: "Quando sono uscita ho chiesto ai poliziotti che erano lì di aiutarmi ad andare al secondo piano per poter recuperare le cose per la bambina dalla mia camera". Mariana ha poi parlato dell'altra donna, ritratta con il pancione sulla barella e morta alcuni giorni dopo insieme al piccolo: "Questa ragazza è stata evacuata per prima perché era incinta anche lei ed è rimasta ferita gravemente".