Maram al-Masri: dialogo con la poetessa siriana esiliata per i suoi scritti
La poetessa siriana Maram Al – Masri, ha presentato al Festival delle Letteratura di Roma la sua nuova raccolta sulla umanità e sulla guerra. Al- Masri scrive sia in arabo sia in francese. La sua più recente raccolta di poesie, intitolata “Elle va nue la liberté” (La libertà arriva nuda), è stata pubblicata a maggio. La stesura di questo libro bilingue è stata dettata dalla necessità di raccogliere contenuti dai social media, prodotti dai civili siriani nel momento in cui la nazione è caduta nel caos più profondo.
“I media ufficiali sono così ignoranti su quanto succede in Siria”, afferma Al-Masri. I civili vivono una cattiva situazione. A partire dal Gennaio 2013, l’UNCHR ha registrato circa di un milione di rifugiati siriani – una media di 250,000 persone ogni mese. I funzionari ammettono che il numero reale dei rifugiati è probabilmente più alto. Inoltre, più di quattro milioni di persone sono state deportate all'interno. Secondo il CIA World Factbook, la popolazione siriana si aggira attorno ai 22 milioni di persone, ciò significa che poco meno del 30 % dei siriani sono stati deportati a causa delle attuali violenze. “Io scrivo per raccontare la verità sul mio popolo” afferma Al-Masri. “Al di fuori della Siria c’è qualcuno che specula sulla rivoluzione. Hezbollah e estremisti stranieri ne stanno prendendo parte. Io voglio che la comunità internazionale dia al mio popolo medicine e latte, li aiuti a sopravvivere. Cosa può fare la poesia di fronte a tutti questi assassinii? Se non il poeta, chi può parlarne? La Poesia parla della libertà, la poesia ha sempre trattato il tema della libertà”.
A maggio, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha stimato che da quando è in corso la guerra civile sono state uccise circa 120,000 persone. Al-Masri racconta che dopo la sua recente intervista TV, alcuni estremisti pro- Assad hanno minacciato di ucciderla a Parigi. “Mi accusano di sostenere Israele. Dicono che vogliono schiacciarmi la mia testa. “Se dovessi morire, questa potrebbe essere una buona ragione per morire. Quando tu sei una madre e i tuoi figli si ammalano, dai te stessa per salvarli. La Siria è malata e faccio di tutto per lei. Ma non voglio morire.”
Al-Masri non è estranea allo scandalo. Questa poetessa parigina è conosciuta per i suoi brevi e appassionati versi che fondono contesti di vita contemporanea e diritti umani con le antiche influenze come quella Rumi, Sappho, e della principessa andalusa, e di Wallada Bint Al- Mustakfi. Le sue precedenti opere hanno suscitato controversie per la descrizione dei desideri femminili, causa di problemi per loro all’interno della comunità, che le inducono al divorzio e alla conseguente alienazione da coloro che hanno amato. E afferma:“Io ho parlato di cose pericolose. Loro mi hanno giudicato molto male”. Ma questo nuovo libro espone Al- Masri ad un rischio persino più grande di quello vissuto in precedenza.
Il potere dei network spaventa. Al-Masri, da quando era bambina, ricorda Lattakia, come una storica città rinomata per i suo Festival dei fiori. Ricorda che, quando viveva in Siria, era intrappolata dentro un comune senso di isolamento. Ed afferma, “Noi avevamo sempre paura”. “La persone si spiavano fra loro all’interno della comunità, tra famiglie. Se non piacevi a qualcuno, questi diceva subito alla polizia segreta che eri contro il Governo. Ci isolavamo persino all’interno delle nostre case, per paura degli altri. La Siria era un paese in coma”. Per questo Al-Masri arriva a definire la rivoluzione in corso in Siria come un miracolo. Lei crede che la vita nella sua patria non sarà mai più caratterizzata dal clima di paura che lei ricorda. “Si ribellano, coloro che oggi sono fra i più oppressi da Assad,. La gente si è svegliata e ha deciso di essere libera”, conclude Al-Masri.