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“Manifestanti anti Trump pagati”, negli Usa è polemica

Alcune associazioni hanno assunto attivisti per opporsi all'”Agenda Trump”. Il miliardario newyorkese ha gridato allo scandalo, ma si tratta in realtà di una pratica piuttosto comune negli Stati Uniti.
A cura di Davide Falcioni
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Era il 9 novembre scorso quando, a un solo giorno di distanza dalla vittoria di Donald Trump delle elezioni presidenziali statunitensi, la piattaforma Craiglist – specializzata nelle offerte di lavoro – proponeva un annuncio di lavoro: "Combatti l'Agenda Trump! Assumiamo attivisti a tempo pieno. Washington Can! è la più radicata associazione politica no-profit del nostro stato. Da oltre 35 anni ci battiamo a livello locale e nazionale su tematiche quali le questioni razziali, il sociale, la sanità, i diritti degli immigrati, l'equità fiscale. Siamo alla ricerca di persone motivate, che sia per un part-time o a tempo pieno. Offriamo dei posti fissi e abbiamo diverse posizioni di lavoro. Offriamo assistenza medica, ferie pagate, giorni di malattia retribuiti, aspettativa. Viaggi. La paga media varia tra i 15 e i 20 dollari l'ora". L'annuncio ha destato non poche perplessità, dal momento che sono stati in molti – soprattutto elettori Repubblicani – a sostenere che le manifestazioni di protesta dei giorni scorsi siano state sovvenzionate da associazioni come Washington CAN!, vicine alla sinistra statunitense.

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Impossibile stabilire con certezza se tutti i manifestanti scesi in piazza contro Donald Trump nei giorni antecedenti e successivi alla sua elezioni siano stati pagati per farlo: l'ipotesi, a dirla tutta, appare irrealistica dal momento che effettivamente la campagna elettorale del miliardario newyorkese è stata caratterizzata da annunci razzisti che non possono non aver suscitato reazioni spontanee in un paese che, solo otto anni fa, ha eletto il primo presidente di colore della sua storia. Non solo: assumere persone che lavorano per un'associazione è pratica piuttosto comune non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Evidentemente alcune associazioni hanno annusato il "pericolo Trump" e anche pochi giorni prima dell'election day pubblicato altri annunci: "Stop Trump. Assumiamo subito! Chiama oggi e inizierai domani. Paghiamo dai 15 ai 18 dollari all'ora + bonus + straordinari e garantiamo fino a 77 ore alla settimana. Rimborso benzina, turni serali e di mattina. Non è richiesta alcuna esperienza pregressa, tempo pieno o part time, posizioni per lavorare il weeekend. No raccolta fondi! Nessuna commissione", si leggeva a Philadelphia e a Pittsburgh il 5 novembre.

Lo staff di Donald Trump non ha esitato ad affermare che le manifestazioni contro il prossimo inquilino della Casa Bianca siano state profumatamente pagate da lobby vicine al Partito Democratico: l'ipotesi, seppur suggestiva, appare però abbastanza irrealistica se è vero che difficilmente potrebbero essere stati assunti e retribuiti decine di migliaia di manifestanti, per di più assunti grazie ad annunci pubblicati su internet.

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