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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Mandato d’arresto internazionale per Netanyahu e Gallant. Il leader di Israele: “Decisione antisemita”

La rabbia di tutto il governo israeliano dopo la decisione della CPI che ha accusato il premier, l’ex ministro della Difesa e i leader di Hamas di crimini di guerra e contro l’umanità. Anche gli USA hanno respinto categoricamente la decisione de L’Aia e Biden parla di “mandati scandalosi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant
Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant
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La scelta della Corte penale internazionale (CPI) dell’Aja di spiccare mandati di cattura nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant è "una misura antisemita" per lo stesso numero uno israeliano. "Nessuna scandalosa decisione anti-israeliana ci impedirà, e mi impedirà, di continuare a difendere il nostro Paese. Non ci arrenderemo", ha detto Netanyahu in un videomessaggio in cui parla di una decisione il cui "unico obiettivo è quello di dissuaderci dal nostro diritto naturale di difenderci dai nemici".

La rabbia di Israele dopo la decisione della CPI

A fargli eco il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, che parla "disonore morale, profondamente segnato dall’antisemitismo, che degrada il sistema giudiziario internazionale a un livello mai visto prima". Su X il ministro parla di "decisione vergognosa serve l’Iran, la testa del serpente, e i suoi delegati". E aggiunge: "la Cpi ha scelto di sostenere un procuratore di parte e corrotto (Karim Khan, che aveva richiesto i mandati di arresto) piuttosto che affrontare coloro che cercano apertamente la distruzione dello Stato di Israele".

A ben vedere sono davvero tutti i membri del governo israeliano a criticare duramente la Corte dell'Aja. "Si tratta di antisemitismo moderno mascherato da giustizia", scrive su X il ministro dei Trasporti, Miri Regev, definendo i mandati "un'assurdità legale". "Israele non si scuserà per aver difeso i propri cittadini. Non è un crimine, ma un dovere nazionale e morale", riporta il Times of Israel.

Anche il ministro del Negev, della Galilea e della Resilienza Nazionale, Yitzhak Wasserlauf, descrive i mandati come "accuse antisemite rivolte a tutti i cittadini di Israele", assicurando che Gerusalemme "non si farà intimidire e continuerà a combattere il terrorismo".

I mandati di arresto della Corte penale internazionale sono stati definiti "scandalosi" dagli USA. Lo ha detto il presidente uscente Joe Biden. "Voglio essere chiaro: non c'è nessuna equivalenza fra Israele e Hamas. Saremo sempre a fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza", ha affermato.

Mandato di arresto internazionale per Netanyahu, Gallant e il leader di Hamas

Ieri la Corte penale ha emesso mandati d’arresto per il premier israeliano, l’ex ministro della Difesa Gallant e il leader militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Mohammed Deif. accusandoli di crimini di guerra e contro l'umanità. Con questa decisione, Netanyahu e gli altri accusati vengono dichiarati ricercati a livello internazionale e rischiano di essere arrestati se dovessero trovarsi a viaggiare all'estero.

I tre giudici della CPI che hanno sottoscritto gli avvisi hanno dichiarato di aver reso pubblico il provvedimento perché i reati "potrebbero proseguire" e "nell'interesse delle vittime e delle loro famiglie".

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