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Manda selfie al ragazzo a 110km/h un istante prima di investire a morte un uomo: “Distrutta una famiglia”

Una 23enne è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere da un tribunale inglese per aver travolto un motociclista da dietro senza frenare né rallentare in quanto distratta dal cellulare e dai selfie da inviare a fidanzato e amici.
A cura di Antonio Palma
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Un occhialino e la linguaccia, un selfie divertente da inviare al proprio fidanzato, ma durante lo scatto la giovane in realtà era al volante della sua auto e pochissimi istanti dopo quella foto ha investito e ucciso un uomo. Per questo la 23enne britannica Amber Potter è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere da un tribunale inglese con l'accusa di aver causato la morte di un uomo con guida pericolosa.

Come stabilito dalla Norwich Crown Court, quella distrazione è stata decisiva nell'incidente mortale in cui ha investito e ucciso David Sinar, 64 anni. L'incidente risale al 15 settembre del 2021 quando la giovane con la sua auto ha travolto il motorino su cui la vittima viaggiava nello stesso senso si marcia sulla A11 a Roudham, Norfolk. La donna andava a circa 110 km/h quando ha investito in pieno la Vespa dell'uomo che andata a 60km/h.

La vittima
La vittima

Secondo il tribunale, non ha frenato né rallentato e non lo ha sorpassato perché era distratta dal telefono. In quel momento era intenta a massaggiare e stava per inviare un selfie di lei che tira fuori la lingua e fa l'occhiolino al suo ragazzo. La 23enne ha tamponato lo scooter sbalzando il centauro violentemente sull'asfalto dove è morto praticamente sul colpo.

Secondo l'accusa, per un lungo tratto del tragitto da Glastonbury a Norfolk, per tornare a casa dopo essere stata a trovare degli amici, la giovane si era scattata delle foto e aveva scambiato messaggi telefonici e sui social con il suo ragazzo e altre persone. Dei 55 messaggi trovati sul suo telefono durante il viaggio, 20 erano clip audio con rumori di fondo della strada che confermano che stesse guidando in quel momento.

La donna si era giustificata dicendo alla polizia che le luci posteriori dello scooter del signor Sinar non erano accese quando si è schiantata contro di lui, ma le telecamere a circuito chiuso di un garage hanno dimostrato il contrario.  "Non la perdonerò mai per quello che ha fatto alla nostra famiglia. Avrebbe potuto evitarlo se avesse semplicemente rispettato le regole della strada" ha dichiarato in aula la moglie della vittima.

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