Malta propone accordi per fermare gli arrivi e redistribuzione dei rifugiati in Ue
Con l'avvicendamento del ministro Marco Minniti agli Interni e Alfano agli Esteri è di fatto parzialmente cambiato l'approccio alla gestione dell'emergenza migranti. Il nuovo titolare del dicastero dell'Interno ha in mente di basare gran parte della sua strategia per il contrasto della crisi migratoria e del traffico di esseri umani sugli accordi con i Paesi del Mediterraneo origine delle massicce partenze – la Libia, per esempio -, seguiti da ulteriori definitivi accordi con gli Stati membri dell'Unione europea, che verranno spinti, nessuno escluso, a partecipare alla gestione della crisi migratoria mediante la redistribuzione delle quote migranti su tutto il territorio europeo e appoggiando una riforma del diritto d'asilo, che dovrebbe semplificare l'iter per la concessione dei permessi, e soprattutto con un cambio di passo sulla gestione dell'accoglienza su territorio italiano con la creazione di nuovi piccoli Cie da massimo 100 posti destinati a ospitare soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale. Non solo l'Italia sarà impegnata nella contrattazione, ma anche Malta, che ha promesso che nel corso di questo semestre di presidenza dell'Unione europea si concentrerà in via prioritaria sulla questione migratoria, cercando di riproporre soprattutto il tema relativo alla ricollocazione, un piano da tempo sul tavolo della Commissione Ue che però ha finito per essere accantonato a causa dei continui rifiuti opposti soprattutto dai Paesi del blocco orientale, che hanno portato al fallimento del progetto.
“La questione migratoria sarà la priorità durante il nostro semestre di presidenza”, ha dichiarato infatti questa mattina il premier maltese Joseph Muscat durante un incontro con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Come specificato, Malta ha dunque in mente di spingere la definizione di accordi per il ricollocamento dei migranti in tutti gli Stati Ue e accelerare l'iter della riforma del diritto d'asilo. Nell'ambito dell'incontro, il presidente Juncker ha sostenuto che la questione migratoria “non è soltanto un problema di Italia, Malta e Grecia, ma di tutta l’Ue e dunque serve una risposta europea e per questo motivo noi continuiamo a lavorare sulla base dei principi di solidarietà”. Per poter avviare questo complesso piano di riforme, però, sarà necessario trovare "una più ampia convergenza fra le posizioni dei Paesi sulla solidarietà e sulla condivisione della responsabilità e garantire una migliore protezione delle frontiere esterne”, ha sottolineato Muscat, sostenendo dunque che l'approccio migliore per poter far fronte alla crisi migratoria non può che partire dall'arginare i massicci arrivi per poi passare alla redistribuzione dei migranti “perché dobbiamo essere sicuri che chi entra abbia diritto di asilo e chi invece non ce l’ha sia trattato in modo diverso”.