Malesia, seviziato e sodomizzato dai bulli della scuola: 18enne muore in ospedale
Secondo il referto medico, ha smesso di lottare definitivamente alle 17 e 31 di giovedì 14 giugno, ma il personale sanitario lo aveva dichiarato oramai cerebralmente morto già da due giorni. Si chiamava T. Nhaveen, andava ancora a scuola, il cantante indiano A.R. Rahman era il suo mito ed è morto in un letto dell’ospedale di Penang, in Malesia, a oltre 350 chilometri di distanza dalla capitale Kuala Lampur.
La raccapricciante aggressione
Lo studente 18enne era stato ritrovato privo di sensi intorno alla mezzanotte di sabato 10 giugno in un campo della città di George Town, nel nord del Paese. Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe stato aggredito nella tarda serata di venerdì da un gruppo di cinque ragazzi che gli ha inferto sofferenze tali da determinare conseguenze gravissime.
Quando è stato portato all’ospedale, il corpo di Nhaveen, sempre in stato di incoscienza, presentava bruciature di sigaretta sulla schiena, ferite profonde al retto e ai genitali e due emorragie interne, una alla testa e l’altra all’addome. Secondo il personale medico, gli aggressori avrebbero penetrato il retto della vittima con un oggetto contundente mentre la morte sarebbe sopravvenuta per arresto cardiaco.
Con lui c’era T. Previin, un amico che è stato a sua volta aggredito dal branco di teenager e che ha chiesto ai media di tutto il mondo di “fare la loro parte per aiutare ad identificare i bulli” responsabili dell’aggressione e di fare più attenzione “per prevenire simili eventi”.
I bulli andavano a scuola con Nhaveen
La vittima conosceva i suoi assassini: andavano a scuola insieme. Lo stesso giorno della morte dello studente 18enne, è stata ordinata la custodia di cinque giovani di età compresa tra i 16 e i 19 anni che avrebbero seviziato e sodomizzato Nhaveen. Attualmente sono in carcere per aggressione e rissa e non è ancora chiaro se l’episodio sarà trattato alla stregua di un omicidio.
Il caso di Nhaveen ha suscitato un grande interesse a livello nazionale, spingendo un’organizzazione non governativa ad organizzare una fiaccolata in sua memoria. La sera prima del decesso, 200 persone si erano riunite fuori dall’ospedale di Penang per pregare per la giovane vittima. In molti, chiedono che i responsabili siano puniti con la pena di morte.