Maduro dà ultimatum agli studenti venezuelani: “Sgomberate le piazze”

La tensione in Venezuela non cala, in virtù di una protesta studentesca che non ha alcuna intenzione di arrestarsi: una contestazione indirizzata a Nicolas Maduro e alla sua politica di chavista, essendo il presidente il discepolo naturale di Hugo Chavez, morto circa un anno fa. E' un braccio di ferro che va avanti da metà febbraio e che non sembra prevedere una conclusione a stretto giro, vista la delicatezza di una situazione interna che potrebbe esplodere da un momento all'altro e che Maduro è chiamato a gestire con la massima sensibilità.

Ha dato un ultimatum agli studenti che tengono le piazze occupate da diverso tempo, ordinando uno sgombero immediato: "Hanno qualche ora per ritirarsi e lasciare tale spazio alle forze della sicurezza". Ma dalla piazza di Caracas è giunto un sonoro no di risposta da quei manifestanti che non si sono risparmiati negli scontri, pur duri, con le forze dell'ordine bolivariane, le quali hanno fatto largo uso di lacrimogeni, ricevendo sassate in risposta. Il presidente Maduro ha legato questa protesta ad una motivazione già ventilata dal suo illustre predecessore, vale a dire la teoria del complotto secondo la quale gli Stati Uniti starebbero architettando la sua uccisione, essendo il Venezuela il paese sudamericano che con maggior forza si è schierato in una posizione anti americana. Il messaggio che Maduro ha indirizzato ad Obama non lascia spazio ad interpretazioni:

C'è un complesso di raccomandazioni.. So cosa è passato dalla testa dei falchi del Dipartimento di Stato e del Pentagono. Lo so con nome e cognome, qualcuno ha proposto l'uccisione del presidente del Venezuela quale misura estrema