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Macron ha accettato le dimissioni di Attal: cosa succede ora e chi sarà il nuovo premier francese

Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni di Gabriel Attal. “Spetta alle forze repubblicane lavorare insieme per costruire un’unione intorno a progetti e azioni al servizio dei francesi e delle francesi”, si legge in una nota dell’Eliseo.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente francese Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal, dopo averle rifiutate all'indomani delle elezioni anticipate chiedendo più tempo per avere chiaro il quadro politico uscito dalle urne. In una nota l'Eliseo ha specificato che Attal si occuperà della gestione degli affari correnti, fino alla nomina di un nuovo esecutivo, lanciando poi un appello proprio alle forze politiche che stanno cercando di trovare l'accordo sulla formazione del nuovo governo. "Affinché questo periodo si concluda il più rapidamente possibile spetta alle forze repubblicane lavorare insieme per costruire un'unione intorno a progetti e azioni al servizio dei francesi e delle francesi'‘, si legge nel comunicato.

Le cose, però, non sono affatto semplici. Alle urne nessuno schieramento ha ottenuto la maggioranza assoluta: il Nuovo Fronte popolare di Jean-Luc Mélenchon – che riunisce diversi partiti di sinistra tra cui La France Insoumise, i Socialisti, i Verdi e i Comunisti – è risultato il più votato, ma ora sta avendo non poche difficoltà a individuare il nome di un candidato premier. Nelle scorse ore La France Insoumise ha accusato i socialisti di aver di fatto naufragare i negoziati in corso mettendo il veto su Huguette Bello, sostenuta oltre che dalla coalizione di Mélenchon anche dai Comunisti. I Socialisti, dal canto loro, puntavano su un nome proveniente dalla società civile (Bello è un'ex deputata e politica di lunga data), come quello dell'economista Laurence Tubiana, esperta anche di tematiche climatiche e apprezzata dai Verdi.

I vertice de La France Insoumise sono però scettici, considerandola troppo vicina alle posizioni dei centristi guidati da Emmanuel Macron. A quel punto si sono attirati le accuse anche dei Comunisti, favorevoli a Tubiana, che hanno accusato gli alleati di non poter imporre a loro volta veti e prendere la decisione in solitaria.

Insomma, mentre si avvicina il momento in cui l'Assemblea nazionale francese si dovrà riunire per la prima volta dalle elezioni (cioè giovedì 18 luglio), non c'è ancora un'intesa sul nuovo governo e la sua composizione. E non è chiaro come si comporterà Macron, a cui spetta nominare il primo ministro.

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