Macron chiede due stati in Palestina, figlio di Netanyahu: “Allora dia l’indipendenza alla Corsica”

"Sì all'indipendenza della Nuova Caledonia! Sì all'indipendenza della Polinesia Francese! Sì all'indipendenza della Corsica”, così sui social il figlio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto al Presidente francese Emmanuel Macron che in un articolato post su X aveva poco prima ribadito la posizione di Parigi per i due stati di Palestina e Israele.
“Sostengo il legittimo diritto dei palestinesi a uno Stato e alla pace, così come sostengo il diritto degli israeliani a vivere in pace e sicurezza, entrambi riconosciuti dai loro vicini” aveva scritto Macron venerdì, precisando la posizione francese dopo le voci che parlavano di un possibile prossimo riconoscimento dello stato di Palestina da parte di Parigi.
Parole che non sono piaciute a Yair Netanyahu che non ha mai nascosto posizioni oltranziste ed estremiste sulla questione palestinese. "Vaffan… Sì all'indipendenza della Nuova Caledonia! Sì all'indipendenza della Polinesia Francese! Sì all'indipendenza della Corsica! Sì all'indipendenza dei Paesi Baschi! Sì all'indipendenza della Guinea Francese! Fermiamo il neoimperialismo della Francia nell'Africa occidentale!" ha replicato infatti ieri il figlio del premier israeliano, paragonando la situazione israelo palestinese ai movimenti separatisti in Francia.
“La posizione della Francia è chiara: Sì alla pace. Sì alla sicurezza di Israele. Sì a uno Stato palestinese senza Hamas. Ciò richiede il rilascio di tutti gli ostaggi, un cessate il fuoco duraturo, la ripresa immediata degli aiuti umanitari e il perseguimento di una soluzione politica a due stati. L'unica strada possibile è quella politica” aveva spiegato Macron, aggiungendo che “La prossima conferenza sulla soluzione dei due stati, che si terrà a giugno, deve essere un punto di svolta”.
“Sto facendo tutto il possibile con i nostri partner per raggiungere questo obiettivo di pace. Ne abbiamo davvero bisogno. Per avere successo, non dobbiamo allentare i nostri sforzi. Non cediamo a scorciatoie o provocazioni. Non permettiamo a disinformazione e manipolazione di diffondersi” aveva concluso.