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Macron: “Bisogna risolvere la questione migranti, sta scatenando egoismi nazionali in Europa”

Secondo il presidente francese, Emmanuel Macron, uno dei nodi irrisolti che scatenano gli egoismi nazionali in Europa è quello dell’accoglienza dei migranti: “Entro la fine della legislatura dobbiamo sbloccare il dibattito avvelenato sui migranti, sulla riforma di Dublino e la relocation: propongo di creare un programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati”.
A cura di Charlotte Matteini
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Intervenuto al Parlamento Europeo, il presidente francese Emmanuel Macron ha a lungo parlato della situazione geopolitica internazionale e dichiarato che "non possiamo far finta di essere in un tempo normale, c’è un dubbio che attraversa molti dei nostri Paesi europei sull’Europa, una sorta di guerra civile europea sta emergendo: stanno venendo a galla i nostri egoismi nazionali e il fascino illiberale, con un continente diviso tra Est e Ovest, tra Nord e Sud, tra Paesi piccoli e grandi". Secondo il presidente francese, "di fronte all’autoritarismo che ci circonda la risposta non è la democrazia autoritaria ma l’autorità della democrazia, la democrazia liberale. Il peggiore errore sarebbe di abbandonare il nostro modello e la nostra identità". Proseguendo, Macron ha sottolineato che uno dei nodi irrisolti che scatenano gli egoismi nazionali è quello dell’accoglienza dei migranti ed "entro la fine della legislatura dobbiamo sbloccare il dibattito avvelenato sui migranti, sulla riforma di Dublino e la relocation: propongo di creare un programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati". 

Macron ha inoltre invocato la costruzione di una "sovranità europea che protegga i cittadini" e, pur senza citare direttamente la Russia, ha parlato di "potenze autoritarie che affascinano qualcuno". "Bisogna ascoltare la rabbia dei cittadini, ma evitare il ritorno al nazionalismo del passato che abbiamo già sperimentato. La mia generazione non ha conosciuto la guerra e si sta permettendo il lusso di dimenticare quello che i predecessori hanno vissuto. Io non voglio appartenere a una generazione di sonnambuli che ha dimenticato il proprio passato e i tormenti del proprio presente". "La Francia – sottolinea – è pronta a fare la sua parte aumentando il contributo al bilancio europeo, ma va rifondato per fare in modo che esprima un progetto politico di coerenza e convergenza".

La replica di Juncker

Dopo l'intervento del presidente francese, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha commentato: "Non dimentichiamo che l’Europa non è solo franco-tedesca. Siamo 28, domani 27", ha sottolineato facendo riferimento alla Brexit, "e affinché il motore funzioni ci vuole anche l’apporto degli altri. Bisogna evitare di dividere gli uni e gli altri, augurandoci che il fossato che divide l’Europa tra Est e Ovest sia riempito da un’ambizione comune condivisa. La vera Francia è di ritorno, l'elezione di Macron e la campagna elettorale che ha condotto ha dato nuove speranze all’Europa".

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