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L’Unione Europea approva nuove sanzioni contro la Siria

I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso di imporre nuove sanzioni contro il presidente siriano Bashar Assad. La brutale repressione del regime ha provocato dall’inizio delle proteste almeno 900 morti.
A cura di Cristian Basile
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Siria assad

I ministri degli Esteri dell'Unione Europea, come ventilato tre giorni fa dopo l'ennesima repressione, hanno deciso di imporre nuove sanzioni contro il presidente siriano Bashar Assad. Le sanzioni, che vanno ad aggiungersi alle misure restrittive imposte a 13 personalità di spicco del regime, prevedono il congelamento dei beni ad Assad e ad altre 9 personalità legate alla sua dittatura. Il Consiglio affari esteri considerato il perpetrarsi della repressione contro la popolazione civile, ha esortato le autorità siriane ad ascoltare le legittime richieste del popolo siriano, avviando un dialogo nazionale con i rappresentanti dell'opposizione e attuando riforme politiche significative.

"Questo è l'unico modo per dare inizio ad una transizione pacifica verso la democrazia e per dare stabilità alla Siria" hanno specificato i membri del Consiglio. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, al suo arrivo a Bruxelles per la riunione dei colleghi dei 27, ha espresso la propria soddisfazione precisando come in questo momento "sia necessario un messaggio molto forte per mostrare l'isolamento del regime".

Frattini si è detto convinto che le sanzioni contro il regime di Damasco riusciranno aiutare l'opposizione aggiungendo che "quello che è necessario è di mostrare al regime che l'unica opzione è di andare avanti con le riforme e la cessazione delle violenze". Anche se l'UE aveva già cercato di punire il regime siriano ed il suo presidente imponendo qualche settimana fa un embargo di armi, ancora molte erano le resistenze da parte di diverse delegazioni europee come quella spagnola, tradizionalmente vicina a Damasco, che aveva sempre evitato di attaccare direttamente Assad.

Oggi, però, il ministro degli esteri iberico Trinidad Jimenez, pur continuando a mantenersi su posizioni meno critiche evitando di chiedere le dimissioni del presidente Siriano ha affermato: "Noi vogliamo che il presidente Assad ascolti le rivendicazioni che la gente sta chiedendo nelle proteste e cessi la repressione. Vogliamo che si sieda a parlare con i rappresentati dell'opposizione e inizi un processo di riforme". Ma la brutale repressione siriana, che ha provocato secondo l'ONU almeno 900 morti, ha convinto l'UE, per anni molto blanda dinanzi agli abusi di Damasco, ad intervenire più duramente nei confronti del regime di Assad.

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