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Covid 19

L’Unione Africana chiede alle case farmaceutiche di condividere i brevetti sui vaccini

L’Unione Africana sosterrà tutte le richieste che verranno avanzate alle aziende farmaceutiche affinché rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini contro il Covid-19. Ciò rappresenterebbe un “vantaggio per tutti” e consentirebbe di affrontare le enormi disuguaglianze in campo sanitario tra le nazioni più ricche del mondo e quelle a basso reddito.
A cura di Davide Falcioni
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L'Unione Africana sosterrà tutte le richieste che verranno avanzate ai produttori di farmaci affinché rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale sui farmaci e sui vaccini contro il Covid-19 per accelerare la loro produzione e distribuzione nei paesi poveri. John Nkengasong, direttore dei Centri Africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che la condivisione dei brevetti sui vaccini rappresenterebbe un "vantaggio per tutti" e consentirebbe di affrontare con efficacia le enormi disuguaglianze in campo sanitario tra le nazioni più ricche del mondo e quelle a basso reddito.

La diffusione del coronavirus nei paesi africani. Fonte: African Union
La diffusione del coronavirus nei paesi africani. Fonte: African Union

I precedenti drammatici in Africa: le epidemia di HIV e influenza suina

Nkengasong ha spiegato come in almeno due occasioni in passato i paesi in via di sviluppo hanno dovuto pagare un altissimo prezzo a causa del limitato accesso a farmaci disponibili invece nei paesi più ricchi: è accaduto, in particolare, con l'epidemia di Hiv degli anni '90 e con quella di influenza suina del 2009-2010, entrambe affrontate efficacemente nel nord del mondo grazie alla pressoché totale disponibilità di medicinali, ma costate la vita in Africa ad almeno 12 milioni di persone. "Nel 1996 – ha dichiarato John Nkengasong – erano già disponibili farmaci per curare l'HIV e abbiamo visto come la mortalità nel mondo sviluppato sia diminuita drasticamente. Tuttavia sono stati necessari 10 anni prima che quei farmaci fossero disponibili in Africa in modo significativo e nel frattempo 12 milioni di africani hanno perso la vita. Per questo crediamo che la condivisione dei brevetti dei vaccini rappresenterebbe una svolta".

Perché è necessario che le case farmaceutiche condividano i brevetti sui vaccini

Il tema dei brevetti e della proprietà intellettuale sui farmaci anti Covid è destinato a diventare sempre più centrale nel dibattito pubblico dei prossimi mesi. Secondo People's Vaccine Alliance – l'organizzazione formata da Amnesty International, Frontline Aids, Global Justice Now e Oxfam – i Paesi ricchi con appena il 14% della popolazione mondiale si sono assicurati il 53% dei vaccini già pronti nel tentativo di "mettersi in salvo" in anticipo: questa logica egoistica si sta in realtà rivelando fallimentare, se si considera che ad oggi in Europa solo i sieri di Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Moderna sono stati approvati dall'EMA, e che il boom di richieste sta generando ritardi che rischiano di compromettere l'intera campagna vaccinale. Lo vediamo in Italia proprio in queste settimane.

Le Ong: "La salute sia un diritto globale"

Nelle ultime settimane anche Ong come Emergency, Oxfam, Frontline AIDS e Global Justice Now hanno lanciato un appello urgente ai governi e all’industria farmaceutica affinché aumentino la produzione dei vaccini contro il Covid, superando l’attuale sistema che garantisce veri e propri monopoli e che sta causando una crisi globale di forniture. Tale risultato che può essere centrato solo "sospendendo le regole che tutelano la proprietà intellettuale e la condivisione della tecnologia necessaria alla produzione dei vaccini. Solo così, ponendo fine al controllo dei monopoli dell’industria farmaceutica, chiunque, in ogni parte del mondo, potrà avere accesso al vaccino il più rapidamente possibile". "Il diritto alla salute di tutta l’umanità – ha dichiarato Rossella Miccio, presidente di Emergency – deve venire prima dei profitti degli azionisti. Un’azienda privata non dovrebbe avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo. Soprattutto in questo caso, quando si stima che i contribuenti abbiano finanziato la ricerca e produzione dei vaccini con più di 100 miliardi di dollari. Investimenti di questa portata li rendono dei veri e propri beni pubblici. I governi hanno gli strumenti per indurre le aziende a condividere i brevetti, e li devono usare. Se vogliamo superare questa crisi senza precedenti, tutti devono fare la propria parte e agire per il bene comune: cittadini, istituzioni pubbliche e aziende".

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