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L'implosione del sottomarino Titan

L’ultima ipotesi sulle cause dell’implosione del sommergibile Titan: “Micro-deformazioni nello scafo”

Secondo i ricercatori dell’Università di Houston è possibile che il sommergibile Titan, scomparso nelle acque dell’Oceano Atlantico lo scorso giugno, sia imploso a causa di “micro-deformazioni” dopo che diverse immersioni ne avevano eroso l’esterno. La spiegazione del professor Roberto Ballarini.
A cura di Ida Artiaco
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A quasi un anno dall'incidente negli abissi dell'Oceano Atlantico la cui notizia fece il giro di tutto il mondo, si continua a parlare del sommergibile Titan, scomparso durante una spedizione per esplorare il relitto del Titanic e trovato a 13mila piedi di profondità, a circa 370 miglia al largo della costa di Terranova, in Canada.

Secondo l'ultimo dossier reso noto su quanto successe lo scorso giugno, il sottomarino potrebbe essersi letteralmente sgretolato a causa di "micro-deformazioni" dopo che diverse immersioni ne avevano eroso l'esterno.

Come riporta Newsweek, si tratta di nuove analisi dei ricercatori dell'Università di Houston che hanno studiato come le strutture a pareti sottili possono deformarsi a causa di piccole imperfezioni nei materiali.

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In un articolo pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS), il ricercatore e professore di ingegneria civile e ambientale, Roberto Ballarini, ha suggerito che le imperfezioni nella fibra di carbonio utilizzata per costruire lo scafo del sottomarino Titano, aggravate da eventuali danni accumulati durante le precedenti immersioni, potrebbero essere la causa della devastante implosione, che ha provocato la morte dei cinque passeggeri a bordo, Hamish Harding, 58 anni, Shahzada Dawood, 48 anni, suo figlio Sulaiman Dawood, 19 anni, il pilota della marina francese Paul-Henry Nargeolet e il Ceo di OceanGate, Stockton Rush, desiderosi di andare alla scoperta del relitto del Titanic.

Le vittime a bordo del Titan.
Le vittime a bordo del Titan.

Strutture a pareti sottili come quella del Titan possono resistere a grandi quantità di pressione, ma sono comunque vulnerabili al collasso. "L'integrità del Titan potrebbe essere stata compromessa dai danni al materiale utilizzato per lo scafo accumulati durante i numerosi viaggi compiuti prima dell'implosione", ha spiegato Ballarini in una dichiarazione, aggiungendo: "Il materiale utilizzato per lo scafo era un composito di fibra di carbonio. È noto che sotto un certo carico di compressione le fibre di tali strutture sono suscettibili a micro-deformazioni, il che potrebbe aver contribuito all'implosione".

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