video suggerito
video suggerito

Lukashenko vince le elezioni in Bielorussia: una farsa con il soccorso degli “osservatori” italiani

In Bielorussia le elezioni confermano Lukashenko al potere tra manipolazioni e repressione dell’opposizione. Intanto, osservatori italiani, invitati dal regime, legittimano il voto e alimentano la propaganda su Telegram e media inattendibili, ignorando le condanne internazionali e le denunce di frode.
A cura di Redazione
7 CONDIVISIONI
Immagine
  • a cura di Agnese Giardini

Oppositori politici incarcerati, media controllati dal Governo e una vittoria che riconferma Aleksander Lukashenko, in carica dal 1994, presidente della Bielorussia con l’87% delle preferenze. Si può chiamare democrazia? Per gli osservatori italiani, che da anni si recano in missione in Bielorussia per monitorare il processo elettorale, sì. Tutto regolare. Poco importa se l’Osce ha pubblicato un comunicato dove condanna la decisione della Bielorussia di non invitare gli osservatori internazionali, o se il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione dove chiede agli stati Ue di non riconoscere le “elezioni farsa”.

La propaganda sulle elezioni presidenziali, che sono servite solo formalmente a riconfermare la presidenza di Lukashenko per il settimo mandato consecutivo, si muove sui canali Telegram filo-russi e filo-bielorussi. In questa seconda categoria, due sono i più attivi: Patria Socialista e La Fortezza di Brest, sui quali pubblicano rispettivamente Igor Camilli, segretario nazionale dell’omonimo movimento, e Matteo Peggio, presidente del Comitato di Solidarietà alla Bielorussia. Entrambi, assieme all’ex senatore del Partito Comunista Emanuele Dessì, avevano svolto una missione di osservazione a Minsk, nel 2022.

Peggio in Bielorussia è tornato, invitato come osservatore internazionale. Foto, strette di mano con i rappresentanti del Partito Comunista bielorusso e intervista con una giornalista di Ont Tv, emittente televisiva di proprietà del ministero dell'Informazione della Repubblica di Bielorussia. Camilli, al telefono, ha confermato di aver ricevuto l’invito. Non è però volato a Minsk a causa di altri impegni che nel fine settimana l’hanno trattenuto qui, in Italia. Ci teneva però a far sapere che ha partecipato all’insediamento del presidente Maduro, in Venezuela. In compenso, alle ultime elezioni era presente Vito Petrocelli, ex senatore del Movimento 5 Stelle, espulso nel 2022 per il tweet filorusso che pubblicò in occasione del 25 aprile, e co-fondatore di NOI – Nuovo Ordine Internazionalista, il movimento di “ispirazione socialista” e “multipolare”, di cui Dessì è presidente e Camilli vice.

L'immagine di propaganda diffusa dai canali Telegram filobielorussi
L'immagine di propaganda diffusa dai canali Telegram filobielorussi

Come funziona l’osservazione elettorale internazionale

Il compito degli osservatori internazionali è garantire che le elezioni si svolgano in modo democratico e regolare. Tra i principali soggetti che conducono missioni di osservazione elettorale ci sono l’Unione Europea, l'Osce – Odihr e il Carter Center. L’osservazione elettorale si è diffusa in modo esponenziale soprattutto dopo la caduta dell’Unione sovietica. Se nel 1989 meno del 30% delle elezioni era sottoposto a scrutinio internazionale, negli anni ’10 del nuovo millennio la percentuale è salita all’80%: “L’osservazione internazionale è diventata così diffusa che rifiutare di ammettere gli osservatori equivale quasi a una totale ammissione di frode. Persino autocrati come Vladimir Putin in Russia, Robert Mugabe in Zimbabwe e Aleksander Lukashenko in Bielorussia invitano osservatori stranieri”, scriveva l’Economist nel 2017.

Ma nessuno degli osservatori che si reca in Bielorussia fa parte di queste istituzioni. Vengono invece invitati direttamente dalla commissione elettorale bielorussa, che sulla carta dovrebbe essere un organo imparziale, incaricato di monitorare il corretto svolgimento delle elezioni, ma che, di fatto, è controllata dai fedelissimi di Lukashenko. “Quello della finta osservazione è sicuramente un fenomeno in evoluzione, sia su scala globale che regionale", spiega a Fanpage.it Lukasz Kondraciuk, membro dell’organizzazione apolitica European Platform for Democratic Elections (Epde), incaricata di monitorare il fenomeno. “Nelle nostre ricerche, notiamo sempre più spesso che i dittatori ricorrono a questi osservatori per costruire il loro asse di potere, restituendo l’immagine di un buon governo e dello stato di diritto”. Tra i progetti di cui Kondraciuk e i suoi colleghi si occupano c’è anche un database che, dal 2015 a oggi, tiene traccia delle missioni a cui hanno partecipato i finti osservatori. Su un totale di 817 soggetti individuati, 62 provengono dall’Italia: sono politici, accademici e giornalisti. Tra le elezioni a cui hanno partecipato ci sono quelle in Russia del 2024 e quelle sui territori occupati dopo il 2022. “È quasi impossibile determinare se questi viaggi e le missioni di osservazione vengano giustificate sul piano ideologico”, prosegue Kondraciuk. È complicato anche determinare quali interessi finanziari ci siano, se ci sono. “Dal nostro punto di vista, anche solo ricevere viaggi e alloggio gratuito dai governi è un fattore che potrebbe compromettere l’osservazione. Se hai tutto pagato, è più facile dire belle cose sul paese che ti ospita”, conclude.

Per rappresentare i rapporti e le connessioni tra i canali Telegram è stato usato TGStat
Per rappresentare i rapporti e le connessioni tra i canali Telegram è stato usato TGStat

Media inattendibili e Telegram, come funziona la propaganda

“Citerei magari il nostro canale Telegram, la Fortezza di Brest, che esiste per informare, non come i mass media occidentali, influenzati dalla propaganda Nato”, ci suggerisce Matteo Peggio. Non siamo gli unici a cui viene fatta una proposta simile. Tra i canali italiani dedicati a sostenere la propaganda bielorussa e quelli filo-putiniani c’è uno scambio reciproco di contenuti che viene portato avanti da diversi anni. Nel 2022, il canale Donbass Italia (43 mila utenti, gestito dal giornalista Vincenzo Lorusso) ricondivideva una foto di Peggio in compagnia di Sergei Aleinik, allora neoeletto ministro degli Esteri bielorusso, con tanto di invito a seguire il @comitato_bielorussia su Telegram. “Siamo il comitato di solidarietà alla BIelorussia” menziona invece UKR LEAKS_Italia nel 2023 (13 mila iscritti, gestito dal centro investigativo dell’ex ufficiale ucraino Vasily Prozorov, disertore in Russia dal 2018) “Vogliamo dare voce alla Bielorussia e resistere a una propaganda che mira a demonizzare l’unico paese europeo che resiste al neocolonialismo”. Uno degli ultimi inviti risale infine agli inizi di gennaio: “Aiutaci a far crescere il nostro canale, Fortezza di Brest”, condiviso da O.d.E.G. Guerra NATO-RUSSIA, il canale da 22 mila iscritti dello YouTuber Stefano Orsi, analista geopolitico e militare con una spiccata passione per la Russia. Le stesse dinamiche avvengono anche a parti invertite e, anche se in maniera più contenuta, con il canale Patria Socialista. Nei canali analizzati, l’attività di menzione e ricondivisione si è intensificata soprattutto a partire dalla primavera del 2022; mentre diventa particolarmente costante in prossimità delle elezioni, come queste. Ne è un esempio il post dedicato allo striscione “Il popolo italiano con il legittimo presidente della Bielorussia Lukashenko" esposto a Roma, vicino al Colosseo, tra la notte del 21 e del 22 gennaio, che ha fatto il giro dei principali canali Telegram filorussi e filo- bielorussi.

Non c’è solo la propaganda dei canali Telegram, anche i mezzi di stampa italiani vicini alla Russia seguono gli spostamenti degli “osservatori” o, semplicemente, riportano le notizie dalla Bielorussia, “Una sorta di Svezia in salsa russa”. “Viaggio in Bielorussia: il punto di Patria Socialista”, titolava a Marzo del 2022 il quotidiano online L’Antidiplomatico, in occasione del referendum costituzionale che Lukashenko aveva indetto per abbandonare lo status di paese non nuclearizzato e per ottenere l’immunità permanente, di cui Peggio, Camilli e Dessì erano stati osservatori. “Il processo elettorale è stato generalmente riconosciuto come democratico e trasparente dagli osservatori internazionali che vi hanno assistito in prima persona”; scriveva invece Marx21.it, in occasione delle elezioni legislative del febbraio 2024. “Mentre a protestare restano solamente i Paesi imperialisti occidentali e l’opposizione bielorussa in esilio mantenuta da Washington a suon di dollari”. Secondo l’analisi di NewsGuard, piattaforma statunitense che verifica l’affidabilità dei media, su un punteggio che va da 0 a 100, nessuno dei due siti supera il 20% di affidabilità, questo significa che gli standard giornalistici fondamentali non vengono minimamente rispettati.

Immagine

Come vengono manipolati i risultati elettorali

L’ultimo report pubblicato da Belpol, associazione formata da ex ufficiali delle forze dell'ordine che dopo le proteste del 2020 si sono schierati con l’opposizione bielorussa, descrive nel dettaglio la metodologia utilizzata per accrescere i voti e manipolare i risultati durante lo spoglio. Lo schema generale di falsificazione viene illustrato nelle riunioni della Commissione Elettorale Centrale (CEC) e si adatta in base alle caratteristiche delle aree in cui viene applicato. Tutti gli elettori bielorussi hanno diritto al voto anticipato, che si apre ufficialmente cinque giorni prima dell’election day senza necessità di giustificazione. Sarebbe durante questo periodo che, soprattutto nelle aree rurali, verrebbero falsificati la maggior parte dei voti, aggiunti alle urne dopo le ore di chiusura ufficiale dei seggi. Ne consegue che, durante la votazione anticipata, la percentuale di voti assegnati a Lukashenko può arrivare a superare il 90% delle preferenze. Tra le altre pratiche di manipolazione menzionate da Belpol, ci sono il voto multiplo per i familiari e il cosiddetto “carosello elettorale”, diffuso soprattutto nelle grandi città, dove gli elettori votano in diversi seggi a favore di Lukashenko.

Per le elezioni presidenziali del 2025 non è cambiato nulla. I media indipendenti, le organizzazioni e i partiti di opposizione sono stati accuratamente silenziati dal regime. Sempre secondo quanto riportato da Belpol, tutti e quattro gli sfidanti di Lukashenko sarebbero figure in qualche modo sotto l'influenza del regime. I cittadini bielorussi nelle ultime elezioni non avrebbero avuto dunque nemmeno l’opportunità formale di votare un vero oppositore. Neanche in quest'ultima tornata elettorale sono stati ammessi osservatori indipendenti, ma solo quelli invitati e approvati dalla Cec, il cui presidente è Ihar Karpenka ex capo del Partito comunista della Bielorussia ed ex ministro dell'istruzione. “È fondamentale riconoscere che la situazione attuale è disastrosa”, commenta il Centro per i diritti umani Viasna, fondato dal premio Nobel Ales Bialiatski. “La realizzazione dei diritti civili e politici fondamentali (in particolare quelli critici nel contesto elettorale, come la libertà di espressione, la libertà di associazione e il diritto di partecipare agli affari pubblici) è stata resa praticamente impossibile”.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views