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Luigi Mangione estradato a New York, rischia la pena di morte: “Progettava l’omicidio del Ceo già ad agosto”

Il 26enne Luigi Mangione, presunto assassino del Ceo della UnitedHealthcare Brian Thompson, è stato estradato dalla Pennsylvania allo Stato di New York e contro il ragazzo sono state mosse anche nuove accuse a livello federale. Secondo quanto hanno dichiarato gli investigatori, sulla base di alcune note lette nel suo diario, progettava l’omicidio già ad agosto.
A cura di Eleonora Panseri
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Il 26enne Luigi Mangione.
Il 26enne Luigi Mangione.

Il 26enne Luigi Mangione, presunto assassino del Ceo della UnitedHealthcare Brian Thompson, è stato estradato dalla Pennsylvania allo Stato di New York. Come riporta la Cnn, il trasferimento è avvenuto al termine di un'udienza al tribunale di Hollidaysburg.

Il ragazzo non è tornato nel carcere di Huntingdon, dove era stato rinchiuso lo scorso 9 dicembre, dopo il suo arresto, ed è stato invece immediatamente fatto partire per New York, dove è arrivato nel pomeriggio di ieri, giovedì 19 dicembre, in elicottero.

Il killer del Ceo poco dopo l'omicidio.
Il killer del Ceo poco dopo l'omicidio.

Durante l'udienza l'imputato ha rinunciato alla contestazione del provvedimento di estradizione accettando di venir processato nello Stato di New York, dove è avvenuto l‘omicidio.

Fuori dal tribunale si è radunata una piccola folla con cartelli a sostegno di Mangione. Diverse persone indossavano il caratteristico cappello verde del personaggio Luigi della serie di videogiochi SuperMario, immagine questa che è sempre più utilizzata dai suoi sostenitori.

Incriminato con 11 capi d'accusa, Mangione rischia la pena di morte

Il 26enne italo-americano è stato incriminato in tutto con 11 capi d'accusa che vanno dall'omicidio di primo grado al terrorismo, passando per il possesso illegale di armi da fuoco e di documenti falsi. Di omicidio e stalking è stato accusato anche a livello federale e, secondo quanto riportano alcuni media statunitensi, rischia la pena di morte.

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Tra i reati contestati c'è anche l'omicidio di primo grado, con l'aggravante del terrorismo, che comporta una pena obbligatoria all'ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.

Davanti a una corte federale, alcune delle imputazioni ipotizzate per Mangione sono invece punibili con la pena di morte che nello Stato di New York è sospesa dal 2004. I procuratori federali possono sempre chiederla ma non è ancora chiaro se effettivamente lo faranno.

Mangione ieri è apparso in tribunale anche a New York. Seduto accanto al suo legale non ha lasciato trapelare emozioni. Vestito in abiti civili durante l'udienza, il 26enne è poi stato trasportato nel carcere federale di New York, il Metropolitan Detention Center di Brooklyn, lo stesso dove è rinchiuso Sean ‘Diddy' Combs.

Le nuove rivelazioni: il 26enne progettava l'omicidio già ad agosto

Secondo quanto hanno dichiarato gli investigatori, che hanno letto alcune note scritte da Mangione nel suo diario, il 26enne progettava di uccidere l'amministratore delegato di UnitedHealtcare già nel mese agosto.

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In un appunto del 15 agosto il presunto killer aveva scritto di essere "felice" di procrastinare la preparazione perché "questo avrebbe permesso di sapere di più su di lui", riferendosi al top manager Brian Thompson, ucciso il 4 dicembre a Manhattan.

"L'obiettivo – aveva scritto ancora – sono le assicurazioni". In una pagina datata 22 ottobre, invece, gli investigatori hanno trovato riferimenti a una conferenza di investitori che sarebbe stata in programma sei settimane dopo e in cui Mangione diceva che avrebbe colpito il "Ceo di una delle compagnie che avrebbero preso parte".

Thompson è stato assassinato il 4 dicembre a Manhattan mentre stava raggiungendo a piedi l'Hotel Hilton, dove era in programma proprio una convention con gli investitori.

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