Luigi Mangione e la “lista di cose da fare”: così pianificava di uccidere il Ceo Brian Thompson
In un taccuino trovato addosso a Luigi Mangione, il ventiseienne arrestato due giorni fa in Pennsylvania e ritenuto il killer del top manager Brian Thompson a Manhattan, c’erano degli appunti su come colpire. La Cnn parla di una "to do list" del sospetto assassino, che è stato incriminato a New York per l’omicidio del Ceo di UnitedHealthcare. A quanto emerso Mangione aveva deciso di escludere l'uso di "esplosivo" per uccidere perché "avrebbe colpito innocenti", mentre aveva considerato l'ipotesi di uccidere Thompson durante una conferenza.
Alla fine il top manager, 50enne padre di due figli, è stato ucciso alle 6,44 della mattina di mercoledì scorso mentre si stava avviando all'Hilton, a Manhattan, dove era atteso a una convention di investitori nel settore delle polizze sanitarie.
Intanto l’avvocato di Mangione ha reso noto che il giovane si dichiara non colpevole delle accuse che deve affrontare in Pennsylvania. "Ci siamo dichiarati non colpevoli, almeno per le accuse in Pennsylvania. Come ho detto, non sono a conoscenza di accuse effettive a New York", ha spiegato l’avvocato Dickey, aggiungendo di aver "creato un forte legame" con il suo cliente e di essere "soddisfatto" della loro relazione.
Il legale ha dichiarato anche di non avere prove che sia davvero lui il killer del Ceo. Quello di Mangione è stato un arrivo movimentato in tribunale: il presunto killer è uscito da un'auto della polizia, si è girato verso i giornalisti e ha urlato qualcosa riferendosi a un "insulto all'intelligenza del popolo americano" mentre gli agenti lo portavano dentro. Nel corso dell'udienza, il giudice ha negato la cauzione per Mangione.
Sull’agguato a Brian Thompson è intervenuta anche la Casa Bianca, condannando tutte le "violenze" contro "l'avidità delle aziende". "Ovviamente è orribile. La violenza per combattere l'avidità aziendale è inaccettabile", ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierr commentando l'arresto di Luigi Mangione, che a quanto emerso con sé aveva un "manifesto" in cui menzionava la sua rabbia contro questo settore. Mangione pensava alla sua vittima come un simbolo delle ingiustizie delle mutue private, stando a quanto emerso dalle tre pagine manoscritte che il giovane aveva con sé al momento dell'arresto in un McDonald's di Altoona.
Il sospetto killer aveva visto nell'omicidio del Ceo una sfida alla "corruzione" dell'industria della salute con cui aveva avuto a che fare per un intervento alla schiena (la lastra con quattro grossi chiodi infissi nella colonna vertebrale era postata sul suo profilo X prima che ieri venisse chiuso). L’intervento non era stato risolutivo e secondo un amico non gli consentiva neppure di avere rapporti intimi. Da tempo il ventiseienne aveva interrotto ogni rapporto anche con i suoi familiari, tanto che i genitori ne avevano denunciato la scomparsa.