L’UE attacca Israele: “Usa la fame a Gaza come arma di guerra”
Nella Striscia di Gaza Israele utilizza la fame come "arma di guerra". A dirlo Josep Borrell, capo della politica estera dell'Unione Europea, che in una serie di post pubblicati ieri su X ha affermato come la mancanza di aiuti umanitari nell'enclave palestinese sia un "disastro causato dall'uomo. Ci troviamo di fronte a una popolazione che lotta per la propria sopravvivenza", ha affermato Borrel, rivendicando il ruolo dell'Unione Europea, che starebbe "lavorando il più possibile" per consegnare aiuti umanitari. Un lavoro che tuttavia viene ostacolato da Israele: "La crisi umanitaria è causata dall'uomo e quando cerchiamo modi alternativi per fornire supporto", ad esempio "via mare e via aria, dobbiamo ricordare che il modo naturale di fornire aiuto attraverso le strade è chiuso artificialmente".
La malnutrizione, dunque, è determinata da scelte politiche chiare da parte di Israele. "La fame viene usata come arma di guerra e quando condanniamo ciò che sta accadendo in Ucraina, dobbiamo usare le stesse parole per ciò che sta accadendo a Gaza". Nel frattempo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di portare avanti l'offensiva nel sud di Gaza.
Le parole di Borrell confermano quanto ripetutamente dichiarato dall'ONU, secondo cui una carestia a Gaza è diventata ormai "quasi inevitabile". Un alto funzionario umanitario delle Nazioni Unite ha inoltre spiegato che almeno 576mila persone in tutta la Striscia di Gaza – un quarto della popolazione – affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare e che un bambino su sei sotto i due anni nel nord soffre di malnutrizione acuta. Un dato confermato dal direttore regionale dell'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, l'Unicef, secondo cui "le morti infantili che temevamo sono arrivate, mentre la malnutrizione devasta la Striscia di Gaza".
La Open Arms in viaggio verso Gaza con 200 tonnellate di cibo
In questi giorni la nave dell'ONG spagnola Open Arms è in viaggio verso la Striscia di Gaza e sta trainando una chiatta con 200 tonnellate di scorte di cibo; intanto centinaia di palestinesi che lavorano per la World Central Kitchen (WCK) stanno costruendo un molo in una località sconosciuta sulla costa di Gaza, che verrà utilizzato per scaricare gli aiuti. Il modo più rapido ed efficace per far arrivare gli aiuti è su strada, ma le agenzie umanitarie affermano che le restrizioni israeliane fanno sì che solo una piccola parte di ciò che è necessario possa arrivare a destinazione.