L’Ucraina ha denunciato la Russia alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja
L'Ucraina ha denunciato la Russia alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Lo ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affermando che "la Russia deve essere ritenuta responsabile per aver manipolato il concetto di genocidio al fine di giustificare l'aggressione" e chiedendo "una decisione urgente che ordini alla Russia di cessare l'attività militare adesso".
Secondo quanto scritto da Zelensky in un tweet le udienze potrebbero iniziare già la prossima settimana.
Questa mattina in un messaggio diffuso sui suoi canali social, Zelensky aveva accusato la Russia di aver colpito anche obiettivi civili: "Hanno mentito sul fatto che non avrebbero toccato i civili, ma dalle prime ore dell'invasione le truppe russe hanno attaccato le infrastrutture civili. Hanno deliberatamente scelto tattiche per colpire le persone e tutto ciò che rende la vita normale: elettricità, ospedali, case", ha detto. E ancora: "La notte è stata brutale, sono state attaccate anche le ambulanze".
Continua l'assalto delle forze militari russe al Paese e nella notta sono proseguiti i bombardamenti anche alla capitale, Kiev, che però continua a resistere. Il sindaco della città Vitali Klitschko ha affermato che al momento non ci sarebbero più truppe russe all'interno della città. I residenti, intanto, hanno comunque ricevuto l'indicazione di restare ai ripari. Sarebbe completamente sotto il controllo delle forze ucraine anche Kharkiv, seconda città nel Paese, che nella notte aveva visto combattimenti strada per strada. All'alba sembrava che le forze militari russe fossero riuscite a oltrepassare le linee della difesa, ma il governatore della regione ha detto nel primo pomeriggio che non ci sarebbero più soldati di Mosca sul territorio.
Intanto continuano le trattative per i negoziati di pace. Una delegazione russa si trova già a Gomel, in Bielorussia. Dal Cremlino fanno anche sapere che anche Kiev avrebbe accettato di aprire le trattative nel Paese di Aleksandr Lukashenko, dopo le dichiarazione della mattinata di Zelensky in cui il presidente ucraino affermava che non fosse possibile aprire dei colloqui di pace in un Paese da cui partono i missili. L'Ucraina deve ancora confermare quanto detto dal Cremlino.